Il progetto del doppio binario che unirà la stazione centrale ad Acquicella va avanti così come proposto dal Comune e suggerito dal Forum catanese per la cultura e l'ambiente. Un percorso interamente sottoterra, con un costo aggiuntivo di 78 milioni di euro rispetto a quello delle Ferrovie, che, però, trova ancora ostacoli. «Andiamo avanti, le istituzioni sono compatte, è una vittoria della società civile», ha rassicurato il sindaco, che ha parlato di un nuovo «sogno»: una galleria per liberare dalle auto via Dusmet
Raddoppio ferroviario, le resistenze di Rfi Bianco rilancia: «Via Dusmet senza auto»
«C’è ancora qualche tecnico della Rete ferroviaria italiana che mette in discussione quanto deciso, perchè è troppo innamorato delle sue idee, ma le istituzioni sono compatte e il progetto va avanti come proposto dal Comune». Nel giorno in cui le associazioni che formano il Forum catanese per la cultura e l’ambiente vedono riconosciuto il loro impegno con la consegna di una pergamena, il sindaco Enzo Bianco fa il punto della situazione in merito al raddoppio ferroviario tra la Stazione centrale ed Acquicella. Nonostante le residue resistenze di Rfi, il primo cittadino conferma il piano. «Il ministero della Coesione territoriale, la Regione Sicilia e il Comune concordano nel portare avanti il progetto sostenuto da questa e dalla passata amministrazione, frutto dei suggerimenti, delle preoccupazioni e delle richieste delle associazioni», spiega Bianco che rassicura sulla possibilità reale di sostenere i costi aggiuntivi e va oltre, immaginando una galleria che liberi dal traffico via Dusmet, trasformata in isola pedonale.
Una battaglia iniziata dalla società civile ormai sette anni fa e che, nell’ultimo anno di amministrazione Stancanelli, ha trovato nuova forza. Associazioni e Comune hanno respinto la proposta di Rfi che prevedeva originariamente la realizzazione di una rampa di risalita dei binari parallela al Passiatore, il passaggio sotterraneo allaltezza delle Terme dellIndirizzo con un binario raddoppiato in trincea e una lenta risalita fino alla stazione di Acquicella. Con il conseguente abbattimento di diversi edifici settecenteschi e la copertura degli Archi della Marina con una calotta in plexiglass. Questo progetto è stato dunque scartato a favore di quello presentato dal Comune che, invece, prevede l’interramento della stazione centrale e un percorso interamente sottoterra fino ad Acquicella, in parte sotto lo specchio di mare antistante la capitaneria di Porto, in parte perforando il banco lavico del 1669 nelle viscere del quartiere San Cristoforo. Il piano eviterà la distruzione di edifici storici e libererà dai binari gli Archi della marina che potranno essere trasformati in una passeggiata pedonale. La data prevista per la fine dei lavori è il 2026, anche se il sindaco spera di anticipare i tempi.
«E’ un successo della società civile e do atto al mio predecessore Raffaele Stancanelli di avere combattutto per questa causa con determinazione», ha sottolineato il sindaco, consegnando le pergamene con la copia del verbale di approvazione del progetto alle associazioni che compongono il Forum: Italia Nostra, Istituto Castelli, Garden, Inner Wheel e Fai. L’architetto Antonio Pavone, già Sovrintendente ai beni culturali di Catania e oggi presidente di Italia Nostra, ha insistito sulle resistenze di Rfi: «Più che delle loro idee, sono innamorati del loro portafogli», ha commentato facendo riferimento ai costi aggiuntivi del progetto del Comune rispetto a quello delle Ferrovie. Una differenza quantificata dai tecnici comunali in 78 milioni di euro. «Il piano verrà inserito tra quelli finanziati dall’Europa, affronteremo la maggiore spesa serenamente», ha replicato Bianco che ha voluto concludere con un nuovo «sogno»: la pedonalizzazione di via Dusmet. «Verificherò se, contestualmente a questi lavori, c’è spazio e modo di realizzare una galleria di attraversamento per liberare via Dusmet dal traffico delle auto. Questa verrebbe trasformata in isola pedonale, mentre gli Archi della Marina diventerebbero pista ciclabile – ha concluso Bianco – Sogno ad occhi aperti, ma i tecnici sono già a lavoro».