Raciti, la musica e il silenzio

2 febbraio 2008, un anno dopo. Quando il pubblico entrava nella sala del teatro Massimo Bellini, era passato un anno dalla tragedia consumatasi in piazza Spedini. Le immagini di ciò che è successo sono note a tutti, mandate a ripetizione dalle emittenti televisive di mezzo mondo. I disordini scoppiati all’esterno dello stadio Angelo Massimino, una morte assurda, quella dell’Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti. Non entriamo stavolta nel merito della vicenda giudiziaria, di cui si parla da più di un anno, ma del concerto in memoria dell’Ispettore Raciti, celebrato a un anno esatto di distanza dal tragico fatto.
 
Presenti le autorità civili e militari di Catania, il Questore di Catania, Michele Capomacchia e il sovrintendente Antonio Fiumefreddo, la moglie di Filippo Raciti, i due figli, i genitori di lui. Il concerto è stato organizzato in collaborazione con il Comune di Catania, la Provincia Regionale di Catania e la Questura di Catania. Scelta del direttore d’orchestra, l’esecuzione della sinfonia numero 3, in mi bemolle maggiore, op. 55, l’Eroica, eseguita dall’orchestra del teatro Massimo Bellini.  La sala era pienissima di pubblico che ha ascoltato partecipe il concerto.
 
Il sovrintendente Antonio Fiumefreddo ha preso la parola prima dell’inizio del concerto per sottolineare il valore di Raciti: “La morte dell’Ispettore Raciti è stata un lutto tremendo che potrà trovare giustificazione nel tempo se darà un frutto, che è la civiltà che la città saprà dare. Abbiamo scelto il teatro come modello alternativo che vogliamo dare ai nostri ragazzi e siamo lieti di ospitare il concerto in questo luogo – continua Fiumefreddo –. La cittadinanza, che crede nella Polizia di Stato, non si riconosce nelle immagini di violenza che sono state diffuse in tutte le emittenti televisive un anno fa. Qui stasera sono venute intere famiglie per rendere omaggio all’ispettore Raciti, è bello vedere la mescolanza tra i poliziotti e i cittadini comuni”.
 
Il Questore di Catania  Michele Capomacchiaa ha aggiunto: “Noi ci impegniamo a servirvi nel modo migliore, anche da parte di Filippo Raciti e degli altri caduti nella lotta alla mafia o al terrorismo. Quello di stasera è un momento di comunione, di pace, di concordia, di giustizia e di legalità, sentimenti che ci accomunano”.   
 
Il direttore d’orchestra Stefano Ranzani ha chiesto al pubblico di non applaudire.
“Il suono del silenzio arriverà nell’anima di chi è scomparso nell’assolvimento del proprio dovere per la sua città. Alla fine del concerto non applaudite”.  Così è stato. Alla fine del concerto un lunghissimo silenzio, con il pubblico commosso in piedi. 


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