Con una lettera inviata ai vertici della Regione siciliana, il Rettore Recca ha nominato venti possibili candidati alla poltrona di presidente dellErsu di Catania. Il fatto è che alcuni di questi sono stati caldeggiati a loro insaputa. E non lhanno presa bene
Raccomandata senza ricevuta di ritorno
«Docenti sicuramente idonei a ricoprire la carica di presidente dell’Ersu catanese; rispetto ad essi, peraltro, non v’è motivo di dubitare in ordine alla sussistenza del gradimento anche da parte dell’assessore Centorrino e del presidente Lombardo». Questi elogi e simpatie provengono dalla penna del rettore dell’università di Catania, Antonino Recca, e si riferiscono a venti docenti dell’Ateneo che – secondo il Magnifico – potrebbero essere scelti come presidente dell’Ersu catanese, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario. Peccato che qualcuno tra questi venti non sapesse di aver ottenuto una così calda raccomandazione, resa nota tramite lettera ufficiale al commissario Esther Mammano (viceprefetto di Palermo) e all’assessore regionale all’Istruzione Mario Centorrino.
A quanto è noto finora, sono stati in quattro a dichiarare di non aver mai concordato con il prof. Recca una candidatura alla carica di presidente dell’Ente per il diritto allo studio: Ferdinando Branca (Agraria), Gaetano Lalomia (Lingue), Marcella Renis (Medicina) e Giacomo Pignataro (Economia) hanno affermato, infatti, di non essere a conoscenza di appartenere a una lista di “papabili”. I primi tre – membri attivi del Coordinamento Unico d’Ateneo – hanno inviato una lettera al Rettore Recca e ai vertici della Regione: «Di certo avremmo gradito essere personalmente informati prima che fossero comunicati i nominativi all’intero Ateneo, oltre che, giustamente, a S. E. il Vice Prefetto di Palermo, all’Assessore regionale all’Istruzione e Formazione Professionale, al Presidente della Regione Siciliana». Anche il prof. Pignataro ha criticato l’operato del Magnifico attraverso una mail inviata ai colleghi dell’Ateneo catanese: «una procedura improntata a rigore istituzionale avrebbe certamente previsto la verifica della disponibilità delle persone indicate, cosa che non è avvenuta nel mio caso».
La notizia, com’è prevedibile, è stata successivamente divulgata anche dai media locali e ha infastidito i quattro docenti anche per l’accenno al “gradimento” da parte del presidente della Regione Raffaele Lombardo: i professori Branca e Renis erano stati descritti come “vicini” al Governatore da un articolo del Giornale di Sicilia del maggio scorso, affermazione che aveva provocato la secca smentita del Coordinamento. Nella lettera inviata al Rettore, i tre docenti del CUA sono categorici: «Il Suo dire, per quanto ci riguarda, è del tutto gratuito, non essendo sostenuto da alcun elemento obiettivo e, peraltro, fa eco, riprendendolo, a quanto, per due di noi, è stato già riportato in un articolo apparso in data 24-05-2011 sul “Giornale di Sicilia”, da noi confutato e commentato dal Coordinamento Unico d’Ateneo con una nota di smentita indirizzata alla Redazione del quotidiano». L’accenno “politico” non deve aver sortito effetto diverso anche al prof. Pignataro: «Ho segnalato che l’uso, non concordato, del mio nome non poteva far parte di una strategia efficace di relazione con i vertici regionali, in quanto è fuori dalla realtà che il mio nome possa essere di qualche interesse per loro e che, comunque, qualora lo fosse, non esistono il mio interesse e la mia disponibilità per il ruolo».
Tra i nomi dei restanti docenti “papabili” secondo il Rettore, figurano anche tre dei quattro sfidanti alle ultime elezioni che hanno visto vincere il prof. Recca: Zaira Dato Toscano, Vincenzo Albanese e Antonio Licata. Gli altri professori in lista sono Fernando Cammisuli, Giovanni Pennini, Alessandro Cappellani, Roberto Fallico e Salvatore Sciacca (Medicina); Sebastiano Caruso e Rosario Sapienza (Giurisprudenza); Maurizio Caserta, Carmela Schillaci e Placido Rapisarda (Economia); Alessandra Gentile (Agraria); Michele Maugeri (Scienze) e Giuseppe Vecchio (ex preside di Scienze politiche).