Quel grande inghippo chiamato Torre Makauda

INTERROGAZIONE DEI PARLAMENTARI REGIONALI, GIORGIO CIACCIO E MATTEO MANGIACAVALLO. “ABBIAMO SCOPERTO E DENUNCIATO L’INCREDIBILE LIBERAZIONE DAL DEBITO CONTRATTO CON L’IRCAC”. CHI E’ IL PERSONAGGIO CHE, ALLA FINE, NON HA PAGATO IL DEBITO? E CHI SONO I DIRIGENTI DELL’IRCAC CHE HANNO AVALLATO TALE OPERAZIONE? C’E’ UN DANNO ERARIALE?

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars accende i riflettori su una delle tante vicende oscure della Sicilia degli anni ’70, ’80, ’90 e 2000. E’ una delle tante storie, tutt’altro che esaltanti, che avvolgono ancora oggi Torre Makauda, un complesso turistico alberghiero realizzato con i fondi pubblici al confine tra Sciacca e Ribera, in provincia di Agrigento. Una storia tormentata che ha visto come protagonisti l’ingegnere Giuseppe Montalbano e l’avvocato Roberto Merra.

E’ una vicenda politicamente targata a ‘sinistra’, che in quegli anni ha coinvolto interessi dell’ex Pci e dell’ex Psi. E i fondi della Regione. In particolare, dell’Ircac, l’Istituto regionale per il finanziamento alle cooperative, tradizionale terreno di ‘pascolo’ per le clientele della sinistra.

Dell’operazione Torre Makauda sono passati alla storia i debiti. O meglio, un ‘tappo’ fatto alla Regione siciliana dalla cooperativa che ha ‘pilotato’ quest’operazione. Ed è proprio su debiti, o meglio, su una parte dei debiti che si concentra l’attenzione del gruppo parlamentare dei grillini a Sala d’Ercole.

“Da un accesso agli atti, predisposto dal Movimento cinque Stelle all’Ars – leggiamo nel comunicato – sono emerse oscurità che risalgono agli anni 2000. Sono fatti che riguardano alcuni mutui contratti dalla società cooperativa che, all’epoca, gestiva il complesso alberghiero. Infatti, a fronte di un debito contratto con l’Ircac pari a 10 milioni di euro, è bastato il pagamento di 240 mila euro per liberare uno dei soci della cooperativa dall’obbligo fideiussorio che peraltro era stato stipulato in forma solidale”.

Traduzione: c’era un socio, particolarmente benestante, che avrebbe dovuto rispondere in prima battuta di questi debiti se solo i dirigenti dell’Ircac dei primi anni del 2000 fossero stati vigili.

“Abbiamo scoperto e denunciato l’incredibile liberazione dall’enorme debito contratto con l’Ircac”, dice il parlamentare 5 Stelle, Giorgio Ciaccio, primo firmatario dell’interrogazione che chiede al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore alle Attività produttive, Linda Vanchieri, maggiori chiarimenti circa l’avvenuta liberazione e sulla mancata vigilanza sull’operazione.

“In pratica – leggiamo sempre nel comunicato – la società cooperativa Torre Makauda di Sciacca ha fruito nel tempo di alcuni finanziamenti agevolati da parte dell’Ircac per molti milioni di euro: finanziamenti agevolati non onorati che hanno determinato una condizione debitoria che peraltro ha condotto recentemente all’ipotesi di vendita del complesso alberghiero”.

“Nonostante l’enorme debito accumulato – si legge sempre nel comunicato – il 10 ottobre 2002, con la deliberazione dell’Ircac n. 9357, adottata dal commissario straordinario pro tempore su parere dell’Ufficio legale dell’Ente, si è proceduto alla liberazione di uno dei debitori, garante fideiussore solidale (cioè dell’intero debito) insieme ad altri fideiussori, accettando il pagamento della cifra irrisoria sopra indicata”.

In pratica, grazie a un parere piuttosto ‘liberale’ espresso dai legali dell’Ircac, il socio della cooperativa che avrebbe dovuto rispondere, in prima battuta, alla richiesta del pagamento dei debiti da parte dell’Ircac, è stato ‘liberato’: liberato significa che a questo fortunato signore potrebbe essere stato consentito di disfarsi dei beni immobili e mobili di proprietà: cioè di venderli o cederli a terzi. Una pacchia!

In questi casi – se l’Ircac avesse vigilato – lo stesso Ircac avrebbe potuto bloccare queste cessioni di beni e rivalersi su tali beni per farsi pagare il debito. Ma questa vigilanza, chissà perché, non è stata effettuata. Chi sono i dirigenti e i funzionari dell’Ircac che non hanno vigilato e hanno consentito la ‘liberazione’ di questo misterioso personaggio?

Di più: in questa storia di mancata vigilanza, a rigor di logica si potrebbe profilare il danno erariale. Per il semplice motivo che la mancata vigilanza ha provocato un mancato introito per l’Ircac: e parliamo di svariati milioni di euro!

Ancora: chi sono i legali dell’Ircac che, nei primi anni del 2000, hanno espresso parere favorevole a quest’operazione?

“Addirittura, dagli atti ispettivi – afferma il deputato saccense (cioè di Sciacca) del Movimento 5 Stelle, Matteo Mangiacavallo – la proposta di liberazione per 240 mila euro fu ritenuta dall’Ircac, come si rileva dalla delibera, vantaggiosa”.

Un bel vantaggio: la Regione perdeva svariati milioni di euro in cambio di 240 mila euro. Un ‘grande affare’…

“Non è dato capire per chi sia stata vantaggiosa questa proposta – concludono i due Cinquestelle all’Ars – considerato che non risulta neppure sia stata adottata negli anni una dovuta diligente condotta da parte dell’Ircac tesa a controllare che il patrimonio del garante liberato fosse stato alienato, per evitare una così rilevante e determinante diminuzione patrimoniale delle garanzie del proprio credito”.

Foto sopra, a destra, tratta da azannunci.eu


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