Quanto costa un anno all’Università?

Il nuovo Anno Accademico è alle porte e le spese da affrontare per chi ha scelto di iscriversi all’università sono molte. Step1 è andato in giro per vedere quanto costa agli studenti frequentare per un anno l’Ateneo di Catania.

Trasporto
Per gli studenti pendolari sono a disposizione diverse autolinee, a seconda del comune di provenienza. Abbiamo scelto alcuni di questi e abbiamo chiesto i costi dei biglietti.
L’universitario proveniente da Misterbianco che si sposta con la Ferrovia Circum-etnea (Fce) spende 2,20 euro per un biglietto andata/ritorno e 37,50 euro per l’abbonamento mensile. Molto più elevata è la tariffa per chi proviene  da Biancavilla: 4,40 euro per un tagliando giornaliero e 75,70 per l’abbonamento. Chi proviene da Maletto arriva a spendere 7,25 euro per andata e ritorno e ben 103,40 euro per un abbonamento mensile.
Chi si mette in viaggio da Giarre e utilizza il treno Fce si trova a pagare 5,65 euro per una singola corsa e 84 euro per un abbonamento.

I pendolari ennesi che viaggiano per Catania con la Sais pagano ben 10,30 euro per un tagliando andata/ritorno; venti centesimi in meno rispetto ai colleghi del messinese (che sborsano 10,50 euro). La cifra invece che spendono gli studenti provenienti da Ravanusa e dall’agrigentino è di 9,15 per la sola andata.

Gli universitari provenienti da Vizzini che viaggiano con la ditta Interbus pagano un biglietto di andata/ritorno 7,20 euro.

Chi viaggia con le linee Ast deve calcolare invece le tariffe in base ai chilometri percorsi. Così uno studente che si trova a 25-30 chilometri da Catania spende per un biglietto andata/ritorno 3,90 euro. Chi si trova più lontano (65-70 chilometri) paga 9,65 euro e chi deve affrontare un tragitto di 90-95 chilometri timbrerà un biglietto di 9,65 euro (sempre andata/ritorno).

A queste spese alle volte gli studenti devono aggiungere quelle per il trasporto urbano, come ad esempio gli iscritti che frequentano lezioni che si svolgono alla Cittadella o in altre zone decentrate. Le tariffe Amt sono abbastanza contenute, se confrontate ai costi del trasporto extra-urbano: 80 centesimi per la corsa da novanta minuti e due euro per l’intera giornata.

A questi costi però bisogna aggiungere i numerosi disagi dipendenti da cattiva qualità dei servizi, vetture affollate e possibili (se non cronici) ritardi.

Chi ha la fortuna di possedere una macchina deve fare i conti con ben altre spese, ma non più contenute. Al normale – se così alle volte si può definire – prezzo del carburante si devono sommare i costi degli amati-odiati tagliandi SoStare (2,40 euro per mezza giornata, 75 centesimi per la sosta di un’ora) oppure quelli degli immancabili parcheggiatori abusivi. Quest’ultimi si dividono in due categorie: coloro i quali lasciano allo studente-automobilista la libertà di scegliere “l’onorario” da versare (riservandosi però di lanciare occhiatacce qualora l’obolo non corrisponda alle aspettative) e quelli che stabiliscono veri e propri tariffari, con tanto di orario da rispettare.

Alloggio
Gli studenti fuori sede che preferiscono alloggiare a Catania per meglio vivere la loro vita accademica si trovano davanti ad una vera e propria jungla.
I più fortunati riescono ad entrare nelle graduatorie per l’assegnazione di posti letto all’interno delle case dello studente. Quest’anno l’Ersu ha messo a disposizione 930 posti, il cui accesso viene stabilito attraverso un bando di concorso annuale. Qualora non si riesca a rientrare tra questi pochi, lo studente si arma di tanta pazienza, sprezzo del pericolo e confida nella dea bendata.

Nel periodo che corre tra fine agosto e novembre giornali e bacheche pullulano di offerte di case in affitto. Se tre anni fa il costo per una camera doppia si aggirava sui 130-140 euro e quello per una singola era di 150-170, oggi si assiste ad un’inflazione dei prezzi a dir poco paurosa. Infatti il prezzo per una doppia è giunto a sfiorare i 150-200 euro e quello per una singola si attesta sui 180-250 euro. La stragrande maggioranza dei contratti viene stipulata in nero, e se per un verso diminuiscono le spese di registrazione (a carico dello studente)  dall’altro non si gode di nessuna tutela nei confronti dei proprietari.

Se le tariffe fanno rabbrividire, alle volte le condizioni delle case sono anche peggiori. Infatti al costante aumento dei canoni di locazioni non corrispondono condizioni igienico – sanitarie dignitose. Noemi, studentessa al quarto anno fuorisede, ci racconta di come una volta volesse quasi scappare da una casa in uno stato pietoso: “la tizia che la voleva affittare mi avrebbe fatto pure uno sconto…”.

Naturalmente al canone mensile si devono aggiungere le numerose voci complementari quali luce, gas, acqua, telefono, varie ed eventuali.

Vitto
Non di solo studio si vive, quindi lo studente che passa gran parte delle sue giornate tra lezioni e libri deve far fronte anche alle spese che riguardano il suo sostentamento (più o meno corretto che sia).

Se non si ha la fortuna di trovarsi nei pressi delle mense dell’Ersu, l’unica soluzione è quella di arrangiarsi. Le possibilità sono varie e per tutte le tasche. C’è chi si accontenta dei prodotti di panifici o rosticcerie, chi si butta su fast-food o bar, chi sceglie di non allontanarsi troppo e quindi paga il pasto in sonanti monete inserite in diaboliche “macchinette”, chi opta per un pranzetto portato da casa e chi si affida alle capacità culinarie dei colleghi fuori sede (i quali devono sostenere ovviamente anche le voci “cibo” nei budget mensili).

Un caso che rappresenta l’eccezione è quello della facoltà di Architettura, a Siracusa, che ha stipulato una convenzione con un ristorante della zona per fornire pasti ad un prezzo ridotto ai propri iscritti.

Tasse
Tasto dolente è quello riservato alle tasse. Se la prima rata – quella per l’iscrizione – è di 250 euro circa per tutti gli studenti dell’Ateneo, la seconda varia in base a diversi fattori tra i quali la facoltà di appartenenza. Infatti all’interno del conteggio della rata, una quota è rappresentata dal contributo base che viene stabilito da ogni facoltà. La facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Chimiche ha stabilito contributi che vanno dai 70 euro del CdL di Matematica a 216 per quello di Chimica. Leggermente più contenuta la facoltà di Giurisprudenza, che ha stabilito un contributo di 100 euro. Ancora più inferiori i contributi a Scienze Politiche e a Ingegneria, rispettivamente 87 e 72 euro. A queste cifre vanno aggiunte quelle del calcolo in base al reddito, eventuali sgravi e altri fattori.

Libri
Ultima – ma non per importanza – tappa di questo excursus su quanto costa un anno di università è quella riservata ai libri. Facendo un rapido giro tra diverse librerie risulta che la palma per i libri più cari spetta a Medicina. Lo studente medio, al primo anno spende circa 500 euro (nonostante lo sconto del 27%). Negli anni successivi la spesa diminuisce lievemente per poi impennare nuovamente negli ultimi anni, con la scelta dei percorsi specialistici. Basta citare due volumi, Passaponti e Rugarli, che costano 300 euro circa ciascuno e sono libri base che ogni studente deve possedere.
Sebbene non arrivino ai livelli dei colleghi di Medicina, anche i libri delle facoltà dell’aria scientifica (soprattutto Farmacia e Chimica) sono abbastanza costosi. La spesa media per ogni volume è di 90 euro circa e a questi bisogna aggiungere materiali aggiuntivi come camici, strumenti tecnici, etc…
Al terzo posto della classifica delle facoltà con i libri più cari si piazza Giurisprudenza, i cui volumi si attestano sulla cifra di 70-80 euro ciascuno.

Ovviamente parliamo di libri comprati in librerie che applicano lo sconto universitario, poiché sono numerosissime le copisterie che vendono testi a un terzo del prezzo di copertina e inoltre la compra-vendita di libri usati è un mezzo molto efficace per dimezzare i costi (basta fare un giro per i mercatini o per i forum degli studenti).

Da questo piccolo elenco di spese possiamo chiaramente capire – qualora il nostro portafogli non ce l’avesse già reso noto – quanto sia costoso frequentare un anno di università e quanto siano necessari una serie di aiuti da parte di tutte le Istituzioni (Ateneo, comuni, aziende). Anche quando queste agevolazioni sono erogate, succede che arrivino in ritardo: ad esempio le borse di studio dell’Ersu non vengono pagate subito e accade che uno studente, vincitore magari di una borsa di centinaia di euro non possa ottenerla se non dopo qualche mese. Stessa cosa per i rimborsi, che addirittura seguono vie anche più lunghe.
L’unica soluzione per lo studente è armarsi di santa pazienza, stringere la cinghia e sperare che il sistema universitario trovi una soluzione.

Carmen Valisano

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