La condanna per uno degli imputati è arrivata dopo il processo con rito abbreviato. La prima udienza per le altre persone coinvolte sarà aprile del 2022. Imputato anche il padre del sindaco di Catania, rinviato a giudizio lo scorso 7 luglio
Pupi di pezza, Alfio Sciacca condannato a cinque anni L’inchiesta del 2019 vede coinvolto il padre di Pogliese
Condannato a cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. È questa la decisione nei confronti di Alfio Sciacca, amministratore unico della Grandi vivai società
agricola, a conclusione del processo celebrato col rito abbreviato. La decisione del gup etneo prende le mosse dall’inchiesta Pupi di pezza scattata nel febbraio 2019. Le indagini, condotte dalla guardia di finanza, fecero luce sui rapporti tra alcuni gruppi imprenditoriali catanesi e gli studi commercialisti. L’accusa agli imprenditori è l’evasione di un giro di imposte per circa 220 milioni di euro, che sarebbe stata garantita da un collaudato sistema fraudolento.
La posizione di altri quattro imputati – Concetta Galifi, Rosario Patti, Enrico Virgillito e Salvatore Virgillito – sarà valutata da un altro gup. I quattro hanno chiesto l’accesso al patteggiamento. La prima udienza del processo si terrà con il rito ordinario il 13 aprile del 2022, davanti alla prima sezione penale del tribunale di Catania. Tra gli imputati c’è anche Antonio Pogliese – padre del sindaco di Catania Salvo – titolare di uno dei più noti studi commercialisti etnei. Insieme a Pogliese, dopo il rinvio a giudizio disposto dal gup lo scorso sette luglio, alla sbarra ci sono Michele Catania, Nunziata Conti, Antonino Grasso, Salvatore Pennisi, Antonella Scarso, Rosario Siscaro e Antonio Vitellino.