Con un comunicato Legambiente Augusta, Comitato NoMuos - NoSigonella Catania, Decontaminazione Sicilia, ‘Màrilighèa prendono posizione su una vicenda dai contorni ancora poco chiari. E invitano l'amministrazione comunale a esprimersi sulla possibilità che la marina militare riprenda le esercitazioni
Punta Izzo, associazioni contro il poligono di tiro «Rischi per sicurezza, si trasformi in una riserva»
Torna a far discutere l’ipotesi di una riapertura del poligono di tiro in zona Punta Izzo, ad Augusta, da parte della marina militare. Sulla vicenda non si hanno conferme da fonti istituzionali, al punto che a saperne poco del progetto sarebbe la stessa amministrazione comunale guidata dalla sindaca del Movimento 5 stelle Cettina Di Pietro.
A prendere posizione allora sono alcune associazioni, che si dichiarano contrarie. «Come organizzazioni impegnate nella difesa e nella valorizzazione dei territori, intendiamo esprimere la nostra forte contrarietà all’opera e allo svolgimento di qualsiasi esercitazione militare con armi da fuoco nell’area – si legge in un comunicato a firma di Legambiente Augusta, Comitato NoMuos – NoSigonella Catania, Decontaminazione Sicilia, ‘Màrilighèa -. La riapertura del poligono militare avrebbe, infatti, un pesante impatto ambientale, oltre che negativo sul piano socio-culturale».
Per i firmatari, una riattivazione del poligono determinerebbe danni in tutto il litorale che va da Punta Izzo a Capo Santa Croce, per questioni di impatto ambientale, ma anche per quanto concerne i rischi per la sicurezza pubblica. «Il centro di addestramento militare fu di fatto dismesso nei primi anni ’90, ma ancora oggi non è stato bonificato e si rileva la presenza di bossoli di vario tipo e calibro abbandonati tra le rocce – continuano le associazioni -. Se a Punta Izzo si tornasse a sparare a preoccupare sarebbero anche i rischi per la sicurezza, in particolare con riferimento alla navigazione nelle acque antistanti, alla presenza di abitazioni a poche decine di metri e alla prossimità del polo industriale».
Un inasprimento della militarizzazione dell’area significherebbe, inoltre, l’ulteriore riduzione degli spazi pubblici – nel caso specifico la spiaggia, già di per sé formalmente interdetta – specialmente per coloro che non hanno la possibilità di spostarsi per raggiungere mete più distanti: «Punta Izzo è esempio emblematico della privazione di spazi a uso civico e di accessi al mare subita dalla società civile di Augusta, a causa delle servitù militari, degli scarichi fognari, delle privatizzazioni e del connesso abusivismo edilizio». In tal senso, le associazioni annunciano già l’intenzione di «avviare al più presto una campagna per la smilitarizzazione, la bonifica e l’istituzione di una riserva naturale e culturale a Punta Izzo, allo scopo di riaprirla e renderla fruibile».
Già definiti i primi passi. «Stiamo già preparando una prima uscita pubblica per inizio luglio, con l’intento di informare e rendere partecipe la cittadinanza della tematica e organizzare concrete azioni collettive. Nel frattempo – concludono le associazioni – sollecitiamo l’amministrazione comunale a pronunciarsi con una chiara presa di posizione sulla vicenda».