Dopo la stipula del nuovo contratto di servizio quinquennale fra l'ex provincia di Catania e la sua partecipata, i vertici aziendali puntano a fermare la procedura che sembrava inevitabile solo qualche settimana fa. Quando la crisi pareva senza via d'uscita. Di diverso avviso, però, i creditori e i magistrati
Pubbliservizi, procura e fornitori per il fallimento A Natale firmato contratto da un milione al mese
È toccato all’amministratore unico di Pubbliservizi, Silvio Ontario, sottoporre all’attenzione del tribunale di Catania la rinuncia all’istanza di fallimento della società avanzata nelle scorse settimane. Quando cioè sembrava che per la partecipata della Città metropolitana di Catania non ci fosse più nulla da fare.
La svolta è poi arrivata negli ultimissimi giorni del 2017: la firma del contratto di servizio che mancava da tempo tra l’azienda e l’ex Provincia. Al costo di un milione e 100mila euro mensili, a Pubbliservizi sono stati affidati – fino al 31 dicembre 2022 – i servizi di «facilities management» come la gestione della viabilità delle strade ex provinciali, la manutenzione degli edifici della Città Metropolitana inclusi i plessi scolastici, la manutenzione del verde nelle scuole e nelle strutture dell’ente; il rischio idrogeologico, il recupero dei rifiuti, il servizio ai tetti fotovoltaici, l’accoglienza, il centralino e la pulizia, l’emergenza neve.
Davanti a tali ritrovate certezze, sul fallimento si può tornare indietro. Questo l’obiettivo dei vertici aziendali. Ontario, come spiega una nota della società, ha adesso optato per la possibilità, «oggi realistica», del concordato preventivo. L’avvocata di Pubbliservizi, Silvia Dragotta, ha scelto il concordato in bianco, che consente al soggetto proponente di godere immediatamente degli effetti derivanti dall’apertura di tale procedura. Di diverso avviso la procura che, così come alcuni fornitori in attesa di vedersi saldati i crediti vantati, ha avanzato la richiesta di fallimento.