La maggioranza va sotto su uno dei temi cruciali per il futuro della città. Le osservazioni del Consiglio regionale urbanistica sul progetto che cambierà il volto del lungomare erano state accolte dall'amministrazione. Ma l'assemblea comunale ne rimanda indietro la maggior parte. Articolo 4 vota con l'opposizione. «Snaturata la nostra volontà», spiega l'assessore al ramo Di Salvo. Contestazione in aula. Guarda foto e video
Pua, Consiglio rigetta i miglioramenti del Cru Passano gli emendamenti dell’opposizione
Il progetto Pua sulla playa di Catania resta in larga parte così com’è. Il consiglio comunale ha rigettato alcune significative prescrizioni che aveva dato il Consiglio regionale urbanistica e che miravano a migliorare la qualità del piano, soprattutto dal punto di vista ambientale. Passano infatti gli emendamenti dell’opposizione, grazie anche ai voti di una parte di maggioranza, così come la delibera finale con 18 voti favorevoli e 10 astenuti. L’amministrazione finisce sconfitta su uno dei temi cruciali per il futuro della città. L’assessore al ramo Salvo Di Salvo lo ammette poco prima che i capigruppo esprimano la dichiarazione di voto sulla delibera. «Gli emendamenti approvati hanno snaturato la volontà di questa amministrazione, il consiglio non ha condiviso che un atto di pianificazione urbanistica così importante vada fatto nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo». A voto e sconfitta acquisiti, davanti ai giornalisti, si affetta a precisare: «Siamo riusciti a portare a casa un risultato quanto più attinente alla volontà dell’amministrazione, eliminando tre punti degli emendamenti dell’opposizione e facendo ritirare quello presentato da Articolo 4».
Sono proprio i consiglieri del gruppo che fa riferimento al deputato regionale Luca Sammartino a votare insieme all’opposizione. Passano i due emendamenti dell’Area Centro Destra, guidata da Manlio Messina. Il primo, che presentava sei punti, viene ridotto a tre. Ma tutti decisivi. La zonizzazione del comparto U rimane prescrittiva, a differenza di quanto suggerito dal Cru: significa che la destinazione di quel comparto – su cui nasceranno strutture ricettive a bassa densità, sportive e di svago e su cui insistono la maggior parte dei terreni di proprietà dell imprenditore Mario Ciancio – non può più essere cambiata. Il secondo punto riguarda il Parco Costiero: il Consiglio ha deciso che sì va ceduto al Comune, ma «potrà essere gestito dal consorzio o dal privato attuatore del comparto previa stipula di una convenzione con il Comune». Terza questione: l’assemblea cancella due indicazioni del Cru, la prima che invitava a non destinare a Parco urbano costiero una superficie inferiore a quella del Piano approvato con decreto Dru nel 2005, la seconda che suggeriva di non aumentare le superfici a parcheggio rispetto a quelle stabilite nel 2005, per non sottrarre spazio al verde. Tutti questi punti erano inseriti nel primo emendamento che ottiene il parere favorevole dell’assemblea consiliare con 17 voti favorevoli, 2 contrari e 10 astenuti. A votare sì, oltre all’opposizione, sono i consiglieri di Articolo 4: Nuccio Lombardo, Beatrice Viscuso, Rosario Gelsomino, Antonino Manara e Giuseppe Musumeci. Nonostante l’amministrazione avesse espresso la sua contrarietà sull’emendamento, i no sono stati solo due – Agatino Lanzafame ed Elisabetta Vanin, di Patto per Catania, che escono dall’aula perché, riferisce Lanzafame, «la delibera così com’è stata cambiata non rispecchia la volontà dell’amministrazione e non è nei migliori interessi della città».
Passa anche il secondo emendamento presentato da Area Centro Destra, che prevede il mantenimento dell’altezza di nove metri per gli alberghi compresi nella fascia tra i 300 e i 500 metri dalla battigia (mentre il Cru aveva indicato di abbassarla di un metro), e che elimina un tetto massimo per le superfici da coprire con fotovoltaico. In questo caso i voti favorevoli sono 19, i contrari 9, gli astenuti 4. Di nuovo Articolo 4 vota con l’opposizione e questa volta si aggiunge anche il consigliere del Megafono Daniele Bottino.
«Non abbiamo stravolto nulla – spiega in aula Manlio Messina – abbiamo solo mantenuto il progetto esistente da nove anni. Siete voi che lo volevate stravolgere – continua rivolgendosi all’assessore Di Salvo – facendo interferire un organo, il Cru, che in parte è nominato dalla politica». Il capogruppo del Pd, Giovanni D’Avola, al momento della dichiarazione di voto sulla delibera, annuncia l’astensione con un esercizio di retorica che si conclude con la frase: «Mi rimetto alla scelta degli altri consiglieri». La presa di distanza dall’amministrazione da parte del gruppo Articolo 4 viene invece esplicitata dal capogruppo nell’intenzione di voto: «Non condivido la dichiarazione dell’assessore Di Salvo – afferma Lombardo, tra gli applausi dell’opposizione – che un anno fa, quando era in consiglio ha votato il progetto Pua che adesso vorrebbe modificare. Il consiglio ha dimostrato autonomia. Questo non significa andare contro l’amministrazione, la delibera emendata è un atto legittimo perché ha ricevuto parere tecnico favorevole da parte della direzione competente». Era stata poco prima l’architetto Rosanna Pelleriti a dare il via libera dal punto di vista tecnico sia agli emendamenti approvati, che alla delibera. Parere negativo invece per l’emendamento – poi ritirato – che aveva presentato ieri il consigliere Gelsomino di Articolo 4 e che mirava a ridurre una serie di tutele ambientali. Difficile aspettarsi qualcosa di diverso, considerato che gli emendamenti dell’opposizione hanno riportato in buona parte il progetto Pua alla versione approvata dal consiglio nell’aprile 2013. E che quella versione era stata approvata dagli stessi uffici tecnici comunali.
Contestazione in aula al momento del voto, con i rappresentanti del comitato No Pua che sollevano cartelli per ribadire la contrarietà a un’opera che ritengono speculativa. «La questione non finisce qui – spiega il presidente del comitato Giolì Vindigni – la palla passa adesso all’assessorato regionale al Territorio che confronterà il parere del Consiglio regionale urbanistica e quanto deliberato stasera dal consiglio comunale e prenderà una decisione che è di sua esclusiva competenza». L’inizio della seduta è stato segnato da una serie di richieste di sospensioni, pregiudiziali e di perdite di tempo da parte della maggioranza, presumibilmente nel tentativo di far giungere in aula quanti più consiglieri possibili, visto il rischio – poi rivelatosi fondato – di una nuova sconfitta.
Sciolta la seduta, l’assessore Di Salvo convoca i giornalisti per chiarire la posizione dell’amministrazione: «Non ci aspettavamo questo atteggiamento da parte del Consiglio ma il risultato finale, se fossero passati anche gli altri emendamenti cassati, sarebbe stato peggiore. Abbiamo mantenuto l’atto sostanzialmente integro». Un tentativo di spegnere un fuoco che però sembra ormai divampato.