Il tecnico della Bonatti, tornato nella sua casa di Piazza Armerina, racconta l'incubo vissuto, ma non risponde alle domande sull'inizio del sequestro, «perché c'è un'inchiesta in corso». «Abbiamo sofferto la fame, la sete, le percosse, pugni, colpi di fucile. Non so se erano dell'Isis, per me sono dei criminali»