Proviamo a indovinare: in autunno parleremo di un possibile Governo Renzi-Marina Berlusconi

L’OPPOSIZIONE CHE IL CAPO DEL GOVERNO HA TROVATO AL SENATO NON E’ STATA MOMENTANEA, MA POLITICA. E LA MAGGIORANZA CON L’EX CAVALIERE GLI SERVIRA’ ANCHE PER L’ITALICUM E PER TUTTO IL RESTO

di Carmelo Raffa

L’8 maggio ultimo scorso avevamo ipotizzato che subito le elezioni europee ci sarebbe stata una crisi del Governo nazionale ‘pilotata’ per fare rientrare nella compagine ministeriale i berluscones.

I risultati elettorali che hanno costituito però una sorpresa per tutti hanno determinato la piena vittoria del PD che otteneva il 40,8%. Da ciò il comportamento di Matteo Renzi sembrava improntato ad una eccessiva e duratura sbornia che lo portava ad affermare che la maggioranza era autosufficiente.

Invece? Il Premier faceva i conti senza l’oste, perché si accorgeva che una consistente frangia di parlamentari non accettavano alcune imposizioni e non intendevano subire ordini in merito al disegno renziano di cambiare le regole costituzionali con l’Italicum e con la riforma del Senato.

Matteo Renzi non metteva in debito conto che moltissimi parlamentari sedevano in Parlamento perché proposti all’elettorato dalla vecchia segreteria del PD che era coordinata da Pierluigi Bersani.

Renzi forse pensava che, subito dopo la sua ‘incoronazione’ a Segretario del Partito ed ancor più dopo lo strepitoso successo alle europee, la quasi totalità dei parlamentari si sarebbe recata in ginocchio da lui per chiedere ordini.

Ma dopo aver superato la sbornia per il Matteuccio sono giunti “augelli senza zucchero”, poiché si sono levate le giuste contestazioni per ciò che concerne la riforma del Senato prima da parte di Civati e Mineo e poi anche dall’ex leader Bersani e da Cuperlo.

La riforma del Senato, in prima battuta, è passata, ma ciò grazie al patto del Nazareno stipulato tra Matteo Renzi e l’ex Cavaliere e pregiudicato, Silvio Berlusconi.

A questo punto, seguendo i ragionamenti del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, suffragati anche dalle considerazioni fatte da Maurizio Belpietro, giornalista molto vicino ai berluscones, ci rendiamo conto che ciò che avevamo ipotizzato l’8 maggio può diventare realtà.

Se ci sarà una crisi di Governo per rifarne un’altro finalizzato a coinvolgere Forza Italia è naturale che Silvio Berlusconi chieda ed ottenga pari dignità. Ed allora?

Siamo più che convinti che l’ipotesi di un Governo Matteo Renzi-Marina Berlusconi potrebbe diventare presto realtà.

Se fino ad oggi Marina Berlusconi non è scesa in campo, presto dovrà valutare tale ipotesi, perché solo n questo modo potrà dare un futuro al progetto politico del padre che, senza una guida, rischia di andare verso la sgrelotazione. E chi meglio di Marina potrebbe diventare punto di riferimento del Partito di casa Berlusconi?

Il Cavaliere ha sostenuto nei giorni scorsi di volersi ricandidare, ma chi ci crede? Neanche lui!

A settembre i nodi verranno al pettine, poiché saranno urgenti alcune riforme strutturali che ci verranno imposte dalla nuova ‘Patrona’ d’Italia che porta il nome di Angela Merkel e ciò sarebbe impossibile senza il consenso dei parlamentari di Forza Italia.

Riforme economiche, fiscali e del lavoro come potrebbe essere realizzate in solitudine e con un PD spaccato?

Matteo non è fesso e consoliderà il patto con l’ex Cavaliere al quale prima o poi dovrà restituirgli titolo ed onorabilità, ma nell’immediato dovrà dargli pari dignità nel Governo coinvolgendo Marina Berlusconi alla guida del Paese.

E per Alfano ed i suoi? Stiano più che tranquilli perché qualche “siggiuzza” rimarrà anche per loro.

 


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