L'atto è stato firmato in Prefettura da cinque sindaci e due commissari straordinari di Comuni i cui consigli sono stati sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il sindaco di Villabate: «Si toccano gli interessi reali della malavita». Il primo cittadino di Torretta: «La presenza dello Stato è essenziale per legittimare il nostro operato»
Protocollo contro infiltrazioni mafiose e corruzione «Stavolta non è soltanto un documento di facciata»
«Questo è un protocollo efficace di lotta alla mafia perché tiene in considerazione quelle attività che più spesso entrano in contatto con gli interessi delle organizzazioni criminali, che oggi purtroppo ancora sono presenti sul territorio. Non si tratta di un documento di facciata, come certi altri firmati in passato. In questo caso si toccano interessi reali della malavita, per esempio prendendo in considerazione tutti gli appalti, anche quelli sotto la soglia prevista in altre occasioni». Così il sindaco di Villabate Vincenzo Oliveri commenta la sottoscrizione con la Prefettura, a villa Whitaker, del Protocollo di Intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazioni criminali mafiose nell’economia, con particolare riguardo ai settori degli appalti, dei contratti pubblici, delle concessioni edilizie a titolo speculativo e delle relative opere di urbanizzazione.
Il documento è stato sottoscritto dai commissari straordinari di Corleone e Palazzo Adriano, i cui consigli comunali sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, e dai sindaci dei comuni di Comuni di Villabate, Torretta, Misilmeri, Isola delle Femmine e Polizzi Generosa, che avevano subito la stessa sanzione in precedenza. «Questi amministratori -, dice la prefetta Antonella De Miro – sono impegnati ogni giorno nel territorio per salvaguardare il principio di legalità, stringono le maglie per evitare che le organizzazioni riescano a soddisfare i loro appetiti illeciti».
L’intento del protocollo è prevedere misure che agevolino la lotta alla infiltrazione mafiosa ma anche al contrasto degli episodi di corruzione nelle pubbliche amministrazioni. il nuovo documento sancisce l’implementazione, in via convenzionale, di forme di verifica, monitoraggio e controllo, per intercettare le infiltrazioni criminali non solo negli appalti e nei contratti pubblici. Si prevedono, infatti, anche azioni di tutela della legalità nell’edilizia e nell’urbanistica, con l’impegno dei Comuni sottoscrittori a richiedere alla Prefettura le informazioni antimafia anche nei confronti dei soggetti privati sottoscrittori di convenzioni in materia di edilizia e urbanistica che comportano obblighi di cessione al Comune di aree di territorio da destinare a uso pubblico e la realizzazione a carico degli stessi di opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Ciò si verificherà anche nelle ipotesi che gli interventi di urbanizzazione siano affidati per l’esecuzione a soggetti non coincidenti con i sottoscrittori della convenzione di lottizzazione stipulata con il Comune.
Il protocollo fa anche riferimento alle nuove norme anticorruzione e, inoltre, richiama le intese siglate il 15 luglio 2014 tra il Ministro dell’Interno e il Presidente dell’Anac. Nel documento si ribadisce l’importanza dell’azione di prevenzione dei fenomeni corruttivi e, più in generale, di indebita interferenza nella gestione della cosa pubblica. «L’adesione al protocollo è il completamento di un percorso che abbiamo iniziato dal mio insediamento – dice Salvo Gambino, sindaco di Torretta – avendo vissuto l’esperienza dell’accesso ispettivo in un territorio come il nostro, fatto del quale sono contento perché la presenza dello Stato è essenziale per garantire la legittimazione del nostro operato. Continuiamo a portare avanti la cultura del rispetto delle regole, soprattutto per quel che riguarda le procedure di assegnazione degli appalti pubblici. Continuiamo a essere garanti delle cose giuste, delle cose legali e trasparenti».