Un centinaio di lampedusani, con il vicesindaco Attilio Lucia (della Lega) in testa, hanno bloccato via Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Ariosto. Interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e anche un’autogru. La protesta è esplosa quando fra gli isolani si è diffusa la notizia che nell’ex base militare Loran verrà creata […]
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Lampedusa, la protesta contro la tendopoli con il testa il vicesindaco leghista
Un centinaio di lampedusani, con il vicesindaco Attilio Lucia (della Lega) in testa, hanno bloccato via Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Ariosto. Interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e anche un’autogru. La protesta è esplosa quando fra gli isolani si è diffusa la notizia che nell’ex base militare Loran verrà creata una tendopoli. «Adesso basta!», è l’urlo dei manifestanti. «Lampedusa non può più sopportare tutto questo, non ce la possiamo fare. Lampedusa è nostra e non del governo o dell’Unione europea». A comporre il cordone del blocco stradale ci sono anziani, ma anche tanti giovani e donne con bambini in braccio.
«Da oggi Lampedusa dice basta – urla il vicesindaco leghista, che indossa la fascia tricolore – I lampedusani sono stanchi. Basta! Questa non è accoglienza, Lampedusa non può accogliere 200mila migranti». Parole accompagnate da applausi scroscianti. «Il Governo deve mettere due navi in rada – continua Attilio Lucia – Il sindaco è da nove mesi che lo chiede e ripete, Lampedusa deve essere bypassata. Questo è un governo fallimentare». I manifestanti si stanno muovendo verso Capo Ponente per bloccare la realizzazione della tendopoli: «Andiamo in massa – urla al microfono Giacomo Sferlazzo del movimento Mediterraneo Pelagie, che per giorni ha tenuto un sit-in davanti al municipio – Spostiamoci tutti perché non deve essere creata nessuna tendopoli, altrimenti tutti abbandoneremo l’isola». E, proprio in questi momenti, si sta decidendo come organizzarsi perché il blocco stradale in via Vittorio Emanuele, nei pressi del Municipio, dovrà essere mantenuto, secondo gli organizzatori della protesta.
«Il governo Meloni non trasformi Lampedusa in una tendopoli – dice Totò Martello, capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale di Lampedusa e Linosa – pensi piuttosto a ripristinare la macchina dell’accoglienza che ha volutamente smantellato e a tutelare i diritti dei migranti così come le legittime esigenze della cittadinanza locale che vive principalmente di turismo». In questi giorni si è registrato un vero e proprio record di arrivi di migranti sull’isola. «Sono ancora migliaia e il governo sta pensando di fare installare tende e strutture provvisorie. Il passo successivo sarebbe la realizzazione del mega centro di accoglienza che nei piani della Meloni e della destra dovrebbe ospitare fino a 5.000 persone, cioè quasi quanti sono i cittadini residenti. Tutto questo – conclude Martello – significherebbe soffocare l’economia e il futuro di Lampedusa».