«Quella contro il numero chiuso è la lotta degli studenti per costruire un sistema sanitario migliore. Abolire il numero chiuso, contro la sanità voluta dai padroni». Per questo, stamattina, il fronte della Gioventù comunista ha inscenato una protesta alla Cittadella universitaria di Catania, sede dei test di ingresso per i corsi di professioni sanitarie. Striscioni spiegati e megafoni in mano, i giovani hanno contestato il numero chiuso e la sua funzione rispetto al Sistema sanitario nazionale.
«Il Sistema sanitario nazionale – spiegano in una nota – ha dimostrato tutte le sue debolezze strutturali, frutto di smantellamento sistematico. Dal 2010 a oggi, più di 170 presidi ospedalieri (15 per cento) e 800 poliambulatori sono stati chiusi in tutto il Paese. Contemporaneamente – fanno notare – gli istituti di cura privati hanno proliferato e costituiscono ora più del 48 per cento delle strutture sanitarie totali». L’avanzamento della gestione privata della sanità a scapito del pubblico.
«L’aumento dei posti disponibili per i corsi di Medicina – aggiungono dalla Gioventù comunista – fatto senza adeguare le strutture, servirà per tamponare l’aggravamento di una situazione già disastrosa, non per accrescere strutturalmente il personale. I posti disponibili per le professioni sanitarie non hanno invece visto alcun incremento. Il governo Meloni – concludono – non può neanche nascondersi dietro la retorica della meritocrazia. Senza partire dalle stesse condizioni, la selezione effettuata con il test non ha nulla a che vedere con il merito».
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