Prostituzione, 4 arresti in zona Stazione «Non c’è un’unica regia dello sfruttamento»

Ragazze strappate al loro Paese, la Romania, con l’ingannevole promessa di una vita agiata e ridotte in schiavitù, costrette a prostituirsi, in un caso direttamente dal padre, nella zona della stazione di Catania, tra viale Africa e viale Ionio. I carabinieri della compagnia di piazza Dante hanno arrestato quattro persone, tre uomini e una donna, tutti di nazionalità rumena, accusati, a vario titolo, di sfruttamento della prostituzione, tratta di persone e riduzione in schiavitù; altre due sono state denunciate a piede libero. Si tratta di due gruppi distinti che tenevano prigioniere cinque ragazze tra i 20 e i 30 anni. «E’ la zona della città più a rischio da questo punto di vista, noi possiamo intervenire sul reato, ma negli ultimi anni il fenomeno è stazionario», spiegano i carabinieri.

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Nel primo caso, le forze dell’ordine hanno fermato tre persone in flagranza di reato, mentre, la settimana scorsa, stavano picchiando una giovane donna sul viale Africa. Si tratta di due uomini – L.T., 48 anni, M.T., 41 anni – e una donna A.B., 30 anni, tutti con precedenti penali. I tre sono stati trasferiti al comando di piazza Dante. I carabinieri hanno quindi ricostruito le dinamiche della vicenda: la vittima, 20 anni, era arrivata a Catania appena qualche settimana prima, convinta dal padre che le aveva garantito una vita migliore. Giunta in città, però, si era scontrata con una realtà ben diversa: il genitore, insieme allo zio e ad una coppia di connazionale, gestivano un giro di prostituzione. La ragazza, a cui sono stati ritirati i documenti per impedirle di scappare, è stata immediatamente costretta a passare le notti in viale Africa e a consegnare il ricavato ai suoi aguzzini. Nel resto della giornata era costretta a vivere rinchiusa in un appartamento del centro storico. Insieme a lei, i carabinieri, hanno liberato altre due ragazze rumene, di 28 e 30 anni, nelle stesse condizioni. I tre responsabili sono stati trasferiti nel carcere di Piazza Lanza.

Una seconda operazione ha portato all’arresto di un altro uomo di origini rumene – L.F., di 46 anni, con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e alla misura dell’obbligo di dimora per un pregiudicato italiano di 51 anni. Come nel caso precedente, imponevano con violenza e minacce a due giovani rumene di vendersi in viale Ionio e ne ricavano gli introiti.

Come denunciato da una nostra lettrice qualche settimana fa, il fenomeno della prostituzione nella zona della stazione ha raggiunto livelli di guardia. «Sappiamo che è un problema percepito in maniera forte dalla gente – spiegano dalla compagnia di Piazza Dante – noi cerchiamo di venire incontro alle vittime e ai cittadini contrastando gli sfruttatori. Per il resto ci sarebbero le infrazioni all’ordinanza del Comune per la tutela degli utenti della strada». Tuttavia il numero di prostitute a Catania negli ultimi anni non sarebbe aumentato. «Tra via Domenico Tempio e viale Ionio, la zona peggiore, sono una ventina in totale», precisano i carabinieri. Dietro lo sfruttamento non c’è un’unica regia, nè il traffico sarebbe gestito dalla criminalità organizzata locale. «Le ultime indagini e quelle del recente passato – spiegano dall’Arma – dimostrano che si tratta di criminalità rumera e bulgara. Nessun legame con i soggetti che fino a qualche settimana fa abitavano nella baraccopoli – precisano – si tratta di criminali di una certa rilevanza».


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I carabinieri hanno arrestato quattro persone e denunciato altre due con l'accusa di sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù. I due gruppi tenevano prigioniere sei ragazze rumene con violenza e minacce. In un caso l'aguzzino era il padre stesso della vittima, fatta venire in Italia con l'inganno. Qualche settimana fa la denuncia di una nostra lettrice. «La gente ha una percezione forte, ma il fenomeno è in diminuzione rispetto al passato», spiegano i carabinieri

I carabinieri hanno arrestato quattro persone e denunciato altre due con l'accusa di sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù. I due gruppi tenevano prigioniere sei ragazze rumene con violenza e minacce. In un caso l'aguzzino era il padre stesso della vittima, fatta venire in Italia con l'inganno. Qualche settimana fa la denuncia di una nostra lettrice. «La gente ha una percezione forte, ma il fenomeno è in diminuzione rispetto al passato», spiegano i carabinieri

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