Per arrivare a questo risultato la giunta Crocetta - con l'avallo della segreteria generale della presidenza della Regione - ha messo insieme due articoli di una medesima legge che, però, disciplinano fatti diversi. Il risultato è confusionario e punta a giustificare la composizione di un organo non conforme alla legge. Per non parlare delle illegittimità
Prorogato il Consiglio di amministrazione dell’Irsap La temeraria e fantasiosa interpretazione legislativa
Con un ennesimo colpo di scena la giunta regionale di Rosario Crocetta ha prorogato il consiglio di amministrazione dell’Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive presieduto dal discusso Alfonso Cicero, da mesi al centro di aspre polemiche per i suoi titoli. L’atto è stato proposto con una delibera ad hoc – la numero 340 del 18 novembre scorso – dall’assessore al ramo, Linda Vancheri. Una decisione, quella adottata dalla giunta, che, con molta probabilità, farà discutere, frutto di una commistione interpretativa un po’ temeraria di due articoli di legge che disciplinano fatti amministrativi diversi. Ma andiamo con ordine.
Sembrerebbe che l’assessore Vancheri, nella riunione di giunta del 18 novembre, dopo aver premesso che il governo ha già adottato il regolamento che ha come oggetto la costituzione della Consulta per le attività produttive – prevista e disciplinata dall’articolo 6 della legge regionale n.8 del 2012 – avrebbe precisato che anche il procedimento di composizione del consiglio di amministrazione dell’Irsap – previsto e disciplinato dal diverso art. 7 della stessa legge n.8 del 2012 (come modificato dall’art. 2 della l.r. n.17 del 2013) – è complesso.
Per arrivare alla composizione del nuovo consiglio di amministrazione dell’Irsap bisogna espletare anche ulteriori sub procedimenti, dovuti alla pesatura delle associazioni di categoria, ragione per la quale sembrerebbe difficile giungere alle designazioni, soggette a loro volta a valutazione e approvazione da parte della giunta, della Commissione legislativa dell’Ars e del presidente della Regione.
Insomma, alla base di tutto ci sarebbe il ritardo nell’invio delle richieste di designazioni alle associazioni di categoria. Queste richieste di designazione sarebbero state inviate alle associazioni l’8 ottobre scorso. Tali associazioni hanno tempo fino all’8 dicembre di quest’anno per inviare le designazioni, mentre il 9 dicembre – cioè il giorno dopo – scade il termine di proroga dell’attuale consiglio di amministrazione dell’Irsap.
Insomma, tempi troppo stretti: così l’assessore Vancheri coglie la palla al balzo e propone al presidente della Regione, previa delibera di Giunta, l‘emanazione di un nuovo decreto di proroga dell’attuale consiglio di amministrazione dell’Istituto regionale per le attività produttive.
A parte il fatto che bisognerebbe capire perché la richiesta di designazione alle associazioni di categoria è stata fatta partire in ritardo, leggendo attentamente le carte emerge anche che l’assessorato alle Attività produttive, equiparando i procedimenti di costituzione della Consulta (art.6) e del consiglio di amministrazione dell’Irsap (art.7), ha nominato una commissione che pesi, sotto il profilo della maggiore rappresentatività, le varie associazioni produttive.
Sia la giunta regionale tutta (e quindi assumendosene la responsabilità, a tutti i livelli), sia il segretario generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso, hanno avallato tale procedimento. Leggendo il testo dell’articolo 7 della legge regionale n.8 del 2012, come modificato dall’articolo 2 della legge regionale n.17 del 2013, scopriamo, però, che tre componenti del consiglio di amministrazione dell’Irsap sono nominati tra gli iscritti alle associazioni delle categorie degli industriali, dei commercianti, degli artigiani, delle cooperative e degli agricoltori maggiormente rappresentative. Nomine che, secondo questa legge, debbono avvenire a seguito di elezione congiunta tra le predette associazioni di categoria, con modalità individuate dalle stesse associazioni di categoria.
Insomma, legge alla mano – e senza bisogno di alcuna interpretazione – sono quindi le stesse associazioni che, a mezzo di elezione, individuano i tre designati. Se ne deve dedurre che l’assessorato regionale alle Attività produttive nulla ha a che vedere con tali designazioni, perché non ha alcuna competenza. Dunque i ritardi nella richiesta di designazioni non sono giustificati.
L’unica competenza in materia di pesatura per l’individuazione delle associazioni maggiormente rappresentative la legge regionale n.8 la riconosce all’assessorato per le Attività produttive solo per la composizione della Consulta, visto che in questo caso l’indicazione spetta all’associazione maggiormente rappresentativa degli industriali e alle associazioni, rispettivamente più rappresentative, dei commercianti, degli artigiani, delle cooperative, degli agricoltori e dei lavoratori. Ma la legge regionale numero 8 non riconosce allo stesso assessorato la competenza per la composizione del consiglio di amministrazione dell’Irsap, se è vero che tre designazioni sono rimesse alla scelta a mezzo elezione secondo una metodologia stabilita delle stesse associazioni di categoria.
La conclusione logica alla quale non è difficile arrivare è che la confusione creata dall’amministrazione regionale tra Consulta per le attività produttive e consiglio di amministrazione dell’Irsap non sembra casuale. Confondendo i due organismi si è voluto giungere ad un ulteriore differimento della nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell’Istituto regionale per le attività produttive per mantenere in carica l’attuale, la cui composizione non è più conforme alla legge, oltre ad essere palesemente illegittima per carenza di titoli in capo a tutti i componenti, dal presidente Cicero agli altri consiglieri di amministrazione.