Pronto il ricorso al Tar Sicilia per ‘commissariare la dottoressa Corsello

LO HA ANNUNCIATO IERI IL MOVIMENTO 5 STELLE PER BOCCA DELL’AVVOCATO FRANCESCO MENALLO. IN DIRITTURA D’ARRIVO ANCHE LA CLASS ACTION SULLA LEGGE 24

In dirittura d’arrivo il ricorso al Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia (Tar) per il commissariamento degli organi della pubblica amministrazione che non hanno applicato le leggi vigenti. Che si sostanzia, per il settore della Formazione professionale, nell’inadempienza del dipartimento Formazione, reiterata da tre anni, sulla programmazione del Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) e sull’applicazione della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 e della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993.

Ad annunciarlo nel corso della conferenza stampa di ieri, a Palermo, sulla presentazione del “Progetto Palermo” del Movimento 5 Stelle della città capoluogo, Francesco Menallo, attivista e grillino della prima ora che ha anche promosso l’utilizzo della mediazione civile e commerciale come strumento di tutela dei lavoratori.

Lo stesso avvocato Menallo ha promosso la Class action amministrativa (azione collettiva) con atto di diffida e messa in mora notificata all’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale nel mese di novembre del 2013 attraverso il Movimento a difesa del cittadino. Il 28 febbraio prossimo scadranno i novanta giorni a disposizione dell’amministrazione regionale, per capirci della dottoressa Anna Rosa Corsello che è a capo del dipartimento al ramo, per porre in essere la programmazione dell’attività formativa secondo quanto previsto dalla citata legge 24/76 per non incorrere nel contenzioso, che comunque appare oramai certo.

“In attuazione del programma elettorale del M5S Palermo per le elezioni regionali siciliane del 2012, presenteremo il ricorso al Tar – ha dichiarato Menallo – per chiedere il commissariamento dell’amministrazione regionale, per le responsabilità penali, contabili e per gli inadempimenti connessi alla mancata applicazione delle leggi regionali di settore, tuttora vigenti. Interpelleremo tutti i cittadini residenti in Sicilia e interessati a partecipare al giudizio dinanzi alla magistratura amministrativa ai fini del commissariamento dell’amministrazione regionale e per l’attuazione della legge regionale n.24/76 e successive modifiche ed integrazioni”.

“Saranno organizzati punti di raccolta firma per la sottoscrizione dell’atto di intervento sul ricorso – ha aggiunto l’avvocato Menallo – perché qualsiasi cittadino siciliano, e non solo i dieci mila lavoratori della Formazione professionale, potrà partecipare alla Class action amministrativa”.

La Class action amministrativa mira ad ottenere il ripristino di un servizio parzialmente o totalmente non reso. Nel caso del settore della Formazione professionale da tre anni a questa parte, quindi a cavallo tra il Governo dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e l’attuale guidato da Rosario Crocetta, non si è dato seguito a quanto previsto dalle leggi vigenti in materia.

Per chiarire, la legge regionale 24/76 prevede che la Regione siciliana programmi entro il 30 novembre di ogni anno il Prof, previo parere espresso dalla Commissione regionale per l’impiego, massimo organo in Sicilia per la concertazione tra amministrazione regionale e parti sociali. Questo non lo si fa da tre anni oramai in perfetta continuità tra l’esecutivo Lombardo e quello di Crocetta, che confermano un preciso disegno politico volto a ‘disegnare’ un nuovo volto al settore della Formazione professionale con una pioggia di provvedimenti amministrativi, spesso in distonia e in contrasto con le norme di legge di riferimento.

Sull’utilizzo dello strumento della mediazione civile e commerciale, istituto reintrodotto in Italia con carattere di obbligatorietà, dal “Decreto del fare”, decreto legge 21 giugno 2013, n.69, convertito in legge 9 agosto 2013, n.98 il M5S punta l’attenzione perché considerato utile ad abbattere i costi enormi del giudizio civile e ridurre i tempi di attesa della giustizia.

“Il M5S Palermo si è fatto promotore di azioni volte a garantire la stabilità giuridica ed economica del personale del settore della Formazione professionale – ha sostenuto Menallo – precarizzato non dalla mancanza di risorse ma dalla mancanza di idee e, in qualche caso, dalla malafede della politica sostenendo il ricorso all’istituto della mediazione conciliativa nel confronti della pubblica amministrazione e degli enti datori di lavoro. Becchiamo continue condanne dalla Corte di Giustizia europea – ha tuonato nel corso della conferenza stampa – con costi vivi di giudizio non più sostenibili per il cittadino e tempi biblici. Con la mediazione civile e commerciale è possibile superare il conflitto in tempi brevi ed a costi accessibili”.

“Nel settore della Formazione professionale – ha sottolineato l’esponente grillino – sarà possibile tutelare i lavoratori con la chiamata in mediazione dell’amministrazione regionale, evitando così l’azione della corte dei Conti per danno erariale. Promuoveremo già nelle prossime settimane le prime mediazioni civili in favore dei lavoratori del settore formativo”.

Sulla riforma del settore della formazione professionale il M5S Palermo ha già una sua proposta.

“”La semplificazione legislativa è la prima soluzione – ha raccontato Menallo – attraverso un testo unico coordinato che delegifichi e chiarisca i passaggi lineari per una corretta applicazione delle norme. La vera riforma del settore – ha chiarito – è l’applicazione corretta della legge regionale n.24/76, nessuno dice che la Sicilia si è messa sotto i piedi la legislazione in vigore e non applicarla è barbarie. Ridurre tutto ad una marea di provvedimenti amministrativi emessi da super burocrati strapagati e con poca competenza – rincalza – significa solamente caos, si tengono nel sistema soggetti giuridici, come le società di capitali, che non hanno alcun titolo per essere finanziati”.

Rispondendo ai giornalisti presenti l’esponente del M5S ha chiarito come l’Agenzia unica, camuffata nel Ciapi di Priolo, non sia più concepibile come soluzione.

“L’idea può essere – ha concluso Menallo – quella della trasformazione degli enti formativi in cooperative, la cui caratteristica giuridica aiuterebbe a dissolvere la scissione in atto tra lavoratori e proprietà.


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