L’agricoltura in Sicilia è un settore che potrebbe essere traino dell’economia dell’isola, vista la varietà di prodotti dalle particolari proprietà organolettiche, dovute alla presenza del vulcano, ma che deve fare i conti con diverse criticità. Nonostante ciò non mancano le realtà virtuose, progetti sostenibili e proposte per intervenire su circa 70mila ettari di impianti agrumicoli, in parte affetti da fitopatologie, che richiedono una soluzione ungente. Le nuove sfide che deve affrontare il settore agricolo e in particolare il comparto agrumicolo dell’Isola sono state al centro di una visita nel sud ovest etneo dell’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino, a cui, in tale circostanza sono state illustrati gli obiettivi e le attività dell’innovativo progetto Ebioscart, volto alla valorizzazione degli scarti di Opuntia Ficus Indica.
L’assessore è stato accolto negli stabilimenti produttivi dell’azienda partner del progetto, OP La Deliziosa, a Biancavilla, che, specializzata nella commercializzazione di agrumi e prodotti agricoli tra cui anche il ficodindia, ospita al suo interno l’impianto pilota del progetto. EbioScart ha come soggetto capofila il Parco scientifico e tecnologico della Sicilia, e rientra nella sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2020. Ad accogliere l’assessore regionale oltre alla famiglia Bua, titolari dell’azienda, anche il sindaco di Biancavilla Antonino Bonanno, la deputata nazionale Valeria Sudano e Carmelo Danzì, innovation broker del progetto EbioScart. Nel corso della visita è stato illustrato all’assessore il funzionamento degli impianti produttivi ma sono state affrontante anche diverse problematiche che affliggono il settore agricolo e in particolare il comparto agrumicolo e quello ficodindicolo. In primis il costo del lavoro con contributi molto onerosi per le aziende e le difficoltà a reperire mano d’opera specializzata; alti costi di produzione soprattutto per le aziende con impianti vetusti; le sperequazione dei prezzi dell’energia, rispetto a un’attività che è pur sempre energivora. Si è parlato anche della necessità di packaging sempre più rispettosi dell’ambiente.
Proprio dal confronto con gli imprenditori del settore è emersa dall’innovation broker di Ebioscart, Danzì, la proposta per una sorta di piano Marshall per l’agrumicoltura, consistente nell’ammodernamento della base produttiva con cultivar resistenti alle fitopatologie: «Si dovrebbero prendere a modello gli impianti di ultima generazione spagnoli – ha affermato Danzì – utili anche per fronteggiare la tristezza degli agrumi e il malsecco, oltre alle nuove patologie che si affacciano all’interno del nostro areale. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’ammodernamento di oltre 70mila ettari di impianti agrumicoli esposti in parte alla problematica, con cultivar vaccinate o resistenti a queste minacce biotiche. Ciò consentirebbe alle aziende di posizionarsi sul mercato con un prodotto all’avanguardia che sfrutti i punti di forza delle nostre escursioni termiche, con prezzi di mercato competitivi perché competitivi saranno i costi di produzione sostenuti». Proprio a fronte delle difficoltà che segnano il settore agricolo, gli obiettivi a cui punta Ebioscart e quanto finora emerso dalle attività di progetto sono stati riconosciuti come utili modelli per un’agricoltura maggiormente sostenibile. Ebioscart infatti si muove nell’ambito di una economia circolare che restituisce alla terra ciò che dalla terra viene sottratto, consentendo di ottenere bioprodotti come l’indicaxantina, utili nella cura di malattie come il diabete e l’obesità, o altre sostanze che aprono agli imprenditori nuovi mercati come quello delle cosmesi e delle nutraceutica.
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