Prof sospesa, il ministero nega richiesta di ispezione «Volevamo solo informazioni, scelta del provveditore»

«Volevamo solo informazioni». Si giustifica così il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) dopo la notizia diffusa da Repubblica secondo la quale fu lo stesso ministro Marco Bussetti a chiedere i dettagli relativi al caso della docente Rosa Maria Dell’Aria, la docente palermitana sospesa per due settimane dopo che i suoi studenti avevano accostato le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza. Dal governo viene specificato che il ministro Bussetti «non è stato interessato né nell’avvio né nella conclusione dell’iter».

Nessun diktat né pressioni da Roma, dunque. «Ci fu, invece, una semplice richiesta di informazioni al competente ufficio territoriale da parte dell’ufficio stampa del Miur, tesa ad approfondire un caso emerso sui social – si legge – Una richiesta del tutto simile alle molte che vengono fatte ogni giorno agli uffici periferici del ministero per poter verificare fatti, segnalazioni e notizie che pervengono al Miur e rispetto ai quali la stessa stampa richiede una posizione o una dichiarazione del ministro. Non fu mai chiesta un’ispezione, cosa peraltro impossibile con una semplice e-mail dell’ufficio stampa, che non ha competenze in materia disciplinare. Non furono chiesti interventi specifici. Ma informazioni». 

Nella ricostruzione del ministero, poi, le informazioni arrivarono il 31 gennaio, «sotto forma di relazione e rispetto alla quale, come è possibile evincere dagli archivi dei comunicati stampa, nonché dai profili social del ministro, non ci fu alcuna dichiarazione pubblica o richiesta palese di intervento. Anche per la doverosa separazione fra i rispettivi ambiti che esiste fra potere di indirizzo politico e potere di gestione amministrativa, come previsto dalle norme vigenti». Il Miur ricorda infine che fu lo stesso Marco Anello, dirigente dell’ufficio territoriale di Palermo, a rivendicare «in piena autonomia» la sua scelta.


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