Scaduti i termini per la presentazione delle domande, ecco chi è in lizza per il dopo Giovanni Salvi. A giocare in casa il duo Bertone-Zuccaro. In cerca di un ritorno ai piedi dell'Etna Caponcello, Puleio, Petralia e Fonzo. Candidature anche di Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone, e Annamaria Palma, l'unica donna
Procura di Catania, i nomi dei candidati Nove i magistrati in corsa, tutti siciliani
La partita per il ruolo di capo della Procura di Catania se la giocheranno nove contendenti. Lo scacchiere per la successione di Giovanni Salvi si arricchisce con la diffusione da parte dell’agenzia Adnkronos dei nomi dei magistrati che hanno presentato ufficialmente richiesta entro la scadenza di ieri per occupare l’ambita poltrona degli uffici di piazza Verga. Tutti siciliani e tra questi sei su nove lavorano o hanno lavorato in passato a Catania. Tramonta così definitivamente la possibilità di un magistrato straniero, chiesta per anni dalla società civile e concretizzatasi con la nomina del pugliese Salvi nel 2011. Una parentesi durata appena quattro anni.
A giocare in casa saranno i magistrati Amedeo Bertone e Carmelo Zuccaro. Come anticipato da MeridioNews i due togati, attualmente in servizio a piedi dell’Etna, hanno scelto di presentare domanda anche per la Procura di Caltanissetta, città dove hanno già lavorato in passato. Tra coloro che erano stati pronosticati come concorrenti restano fuori Guido Lo Forte e Sebastiano Ardita, con quest’ultimo che ha deciso di correre anche lui per l’ufficio nisseno. A scegliere Catania è invece Alfredo Morvillo. Procuratore capo a Termini Imerese in provincia di Palermo è il fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone. Entrambi uccisi nella strage di Capaci del 1992. In passato è stato sostituto procuratore a Palermo e uditore giudiziario con Paolo Borsellino. In un’intervista, rilasciata alla rivista Famiglia cristiana, Alfredo Morvillo si è soffermato sulla figura del pentito catanese Antonino Calderone che indicava Cosa nostra come un fenomeno da trattare in maniera unitaria, «Quando Falcone si occupò di questo procedimento – racconta – gli venne smembrato e suddiviso in vari filoni per sottrarglielo. Si è trattato di un boicottaggio in piena regola». La Procura di Termini Imerese recentemente si sta occupando dell’inchiesta sul crollo del viadotto Scorciavacche sulla statale che collega Agrigento a Palermo.
Di un vero e proprio ritorno si tratterebbe invece per Carlo Caponcello. Il magistrato originario di Agrigento vanta una lunga esperienza in ambito giudiziario. Prima sostituto procuratore a Marsala e poi per 15 anni magistrato a Catania dov’è stato anche giudice. Caponcello attualmente è sostituto procuratore alla direzione nazionale antimafia. Una nomina preceduta da un’accesa polemica con Rosario Crocetta. L’attuale presidente della Regione, nel 2009 sindaco di Gela, aveva accusato Caponcello di «aver omesso di procedere nei confronti di alcuni esponenti del clan mafioso etneo dei Laudani», ma anche «nei confronti di suo cognato Ignazio Sciortino» nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto per l’ospedale Garibaldi di Catania. Accuse definite «farneticanti» da Caponcello che aveva scelto di querelare Crocetta.
L’unica donna a presentare domanda per la Procura di Catania è Annamaria Palma. 62 anni, magistrata a Caltanissetta prima e Palermo poi, si è occupata delle inchieste sull’uccisione di Paolo Borsellino in via d’Amelio. A gettare delle ombre sul suo nome è stato l’ispettore di polizia Luigi Catuogno. L’agente, in passato addetto alla sicurezza del finto pentito Vincenzo Scarantino, ha dichiarato ai magistrati di Caltanissetta che «prima della ritrattazione di Como, Scarantino diceva che la dottoressa Annamaria Palma aveva architettato tutto».
Da Messina a Catania. È lo spostamento che vorrebbe fare il procuratore aggiunto della città peloritana Vincenzo Barbaro. Nel 2005 il suo nome finisce tra gli indagati in un’inchiesta per riciclaggio della Procura di Reggio Calabria. Tra le ultime inchieste del togato c’è quella per i lavori al porto di Messina, realizzati secondo gli investigatori con cemento depotenziato. Cerca invece il ritorno a casa il magistrato Francesco Puleio. Nato ai piedi dell’Etna nel 1960 è stato al vertice degli uffici giudiziari di Modica in provincia di Ragusa. In questa città attualmente svolge il ruolo di aggiunto sotto la guida di Carmelo Petralia, anch’egli in corsa per la poltrona di procuratore a Catania. Tra gli aspiranti anche Ignazio Fonzo. In magistratura dal 1989, nel 1994 entra a far parte della direzione distrettuale antimafia di Catania. Nel 2009 viene nominato procuratore aggiunto ad Agrigento, ruolo che tutt’ora ricopre.