Clamoroso al processo per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell'ex presidente lombardo invece della sentenza il gup rizza chiede ulteriori indagini
Processo a Raffaele Lombardo: si ricomincia daccapo
CLAMOROSO AL PROCESSO PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA A CARICO DELL’EX PRESIDENTE LOMBARDO INVECE DELLA SENTENZA IL GUP RIZZA CHIEDE ULTERIORI INDAGINI
di Ignazio De Luca
Clamorosa, inaspettata, quanto al momento inspiegabile svolta nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato contro lex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Ieri sera avrebbe dovuto andare in scena l’ultima udienza e si sarebbe dovuto conoscere anche la data della sentenza. Invece niente, si ricomincia.
Al termine della serratissima arringa difensiva condotta dall’avv. Benedetti, inizialmente, durata quasi cinque ore, qualche minuto prima delle 20.00, il Giudice dell’udienza preliminare dott. Marina Rizza ha disposto, con ordinanza, “accertamenti sui rilascio di strumenti urbanistici in variante e concessioni edilizie e variante al Piano regolatore”, sui terreni dove sono stati costruiti i due mega centri commerciali uno a Misterbianco in contrada Tenutella, denominato “Centro Sicilia” e l’altro nella periferia sud di Catania, al Pigno, denominato Porte di Catania”. I Reparti Operativi Speciali (ROS) dei Carabinieri sono si occuperanno delle indagini. La prossima udienza è stata fissata il 15 gennaio.
Anche la difesa, per bocca dell’avv. Benedetti, non ha saputo decifrare la portata della richiesta del Gup: “Faccio l’avvocato e non l’indovino”, ha detto Benedetti.
La ricerca storica richiesta su quei terreni risale agli anni 1995, 1996, 1997, 1998. “Ricerca che non dovrebbe portare a nulla – ha concluso Benedetti – perché in quegli anni Lombardo non era il Presidente di nulla, evidentemente il giudice prima di decidere di incidere sulla vita di un uomo e anche della società vuole essere sicura e vuole verificare e approfondire con tutti i mezzi di prova di cui può disporre prima di emettere la sentenza”.