Il coordinatore di Forza Italia in Sicilia commenta la sentenza che ieri ha colpito i due nuovi componenti del partito di Silvio Berlusconi, ex Pd. «Li ho sentiti al telefono e il loro ottimismo mi tranquillizza». Mentre sulla decadenza di Rinaldi da deputato regionale si va verso un nulla di fatto
Processo a Genovese e Rinaldi, parla Miccichè «Condanna in primo grado è obbligo in Sicilia»
«La condanna in primo grado è quasi un obbligo in Sicilia». Questo il primo commento di Gianfranco Miccichè alla sentenza del Tribunale di Messina che ieri ha condannato a 11 anni Francantonio Genovese, e a 2 anni e 6 mesi il cognato Franco Rinaldi, parlamentare regionale e già presidente del collegio dei deputati questori dell’Assemblea regionale siciliana.
Il suo legale, l’avvocato Nino Favazzo, ha ribadito che «al momento non ci sono i presupposti per la sospensione del deputato regionale di Forza Italia Franco Rinaldi. La sospensione secondo la legge Severino scatta solo se esistono alcuni presupposti. Nel caso di Rinaldi, e in riferimento al suo ruolo di deputato regionale, questi presupposti non ci sono. Il riferimento normativo è il decreto legislativo 235 del 2012». Da Palazzo d’Orleans trapela che la questione sulla possibile decadenza di Rinaldi è all’esame degli uffici competenti, ma sembrerebbe che la decadenza di un deputato per il reato di truffa aggravata – reato che viene contestato all’onorevole di Forza Italia – non sia comunque prevista dalla legge Severino.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza sul processo Corsi D’Oro 2, Gianfranco Miccichè ribadisce il suo appoggio a Genovese e a Rinaldi. «Li ho sentiti al telefono e il loro ottimismo mi tranquillizza – spiega a Meridionews – sono certo che la verità verrà a galla». Alla domanda se abbia intenzione di chiedere loro un passo indietro risponde: «Quando gli ho chiesto di sposare il progetto di Forza Italia qui in Sicilia, già sapevo che fosse in corso un processo a loro carico».