Primo sì al reato di omofobia e transfobia Arcigay: «È una discriminazione di serie B»

La Commissione giustizia della Camera ha approvato il disegno di legge che introduce il reato di omofobia, che adesso deve essere discusso in aula. Sembrerebbe una buona notizia in termini di affermazione e tutela dei diritti civili, ma così non è per la comunità Lgbt catanese. Il ddl, infatti, così come licenziato dalla Commissione della Camera, «non costituisce uno strumento adeguato per rispondere ai bisogni di gay, lesbiche, bisessuali, trans e transgender che vivono in un paese che ancora li disprezza, li insulta, li aggredisce e li uccide», sostiene Giovanni Caloggero, presidente dell’Arcigay etnea.

Per manifestare il dissenso della comunità che rappresenta, ha quindi inviato una lettera aperta ai rappresentanti istituzionali locali, regionali e nazionali catanesi perché facciano il possibile per apportare delle modifiche. Un’altra lettera è stata rivolta alla comunità catanese, in particolare a tutti coloro «che pensano che i nostri diritti non possono essere messi in vendita», dice Caloggero. Come lui stanno facendo anche i rappresentanti di tutti i circoli Arcigay d’Italia, perché le sollecitazioni arrivino da più parti.

Il problema è che con questo testo viene sì introdotto il reato di omofobia e transfobia, ma non godrebbe dell’equiparazione con le altre discriminazioni tutelate dalla legge numero 205 del 1993, Reale-Mancino nella parte riguardante le sanzioni accessorie o aggravanti, ovvero l’ex articolo 3 della stessa legge. «Qui non c’è traccia del reato, come se fosse considerato di serie B e non possiamo accettarlo. D’altra parte la nostra Carta costituzionale all’articolo 3 – continua Caloggero – sancisce espressamente la piena parità di tutti i cittadini e la tutela della loro dignità e diritto davanti alla legge».

Il testo licenziato dalla Commissione giustizia della Camera non solo non prevede le sanzioni accessorie per questa tipologia di reato e quindi, piuttosto che ampliare il raggio delle discriminazioni sanzionate, conterrebbe una discriminazione di fondo tra aggravanti, ma sarebbe anche «non esaustivo per chi applica la legge il quale ha, invece, bisogno di indicazioni chiare e precise», spiega il presidente dell’Arcigay di Catania.

I rappresentanti della comunità Lgbt chiedono quindi una totale estensione delle tutele della legge Reale-Mancino, nonché una più chiara definizione del reato. «Perché parlare di omofobia e transfobia quando questi sono reati legati alla identità di genere e all’orientamento sessuale?  – si chiede Caloggero – Bisognerebbe sostituire i termini per una migliore comprensione da parte del legislatore, altrimenti la legge sarebbe inapplicabile e quindi inutile ai fini di una giusta tutela di tutti i cittadini, senza nessuna discriminazione».

 

[Foto di Arcigay Catania]


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