E meno male che le elezioni primarie del centrosinistra di Palermo, celebrate il 4 marzo scorso, non sono stata inquinate. La Procura della Repubblica di Palermo, che ha già aperto una inchiesta sulle primarie del centrosinistra, continua ad indagare e a soffermarsi su altre ‘stranezze”.
Dopo il caso Zen, infatti, i magistrati vogliono capire cosa sia successo anche in un’altra zona della città. Così, il Procuratore aggiunto, Maurizio Scalia, che coordina l’inchiesta, ha inviato oggi i Carabinieri nella sede regionale del Pd, a Palermo, per sequestrare il verbale redatto dal responsabile del gazebo di Piazza Indipendenza.
Non è questa la sede per entrare nel merito di un’inchiesta della magistratura che è ancora in corso. Ci limitiamo solo a ricordare che, nei giorni scorsi, più di una volta, questo giornale ha invitato i tre ‘saggi’ del centrosinistra di Palermo – i cosiddetti ‘garanti’ – a non pronunciarsi sulla validità delle primarie del 4 marzo, invitandoli ad aspettare – prima di qualunque pronunciamento – l’esito delle indagini avviate dalla magistratura.
Se abbiamo scritto questo è perché un pronunciamento dei ‘garanti’, mentre è in corso un’inchiesta della magistratura, avrebbe, di fatto, anticipato il giudizio degli stessi magistrati. I tre ‘garanti’, invece, hanno espresso il loro parere: un parere molto discutibile. Hanno dichiarato “valide” le elezioni primarie del 4 marzo, limitandosi ad annullare il voto degli elettori del gazebo del quartiere Zen dove sono stati riscontrate ‘stranezze’. Dando per scontato che le irregolarità si sarebbero verificate solo nel contestato seggio del quartiere Zen.
Già è singolare che i problemi creati al seggio da una rappresentante di lista di un candidato – Fabrizio Ferrandelli – abbiamo determinato l’annullamento dei voti degli altri tre candidati (Rita Borsellino, Davide Faraone e Antonella Monastra). Ora il compito dei tre ‘garanti’ – che hanno dimostrato di non essere particolarmente ‘saggi’ – si complica. L’inchiesta della magistratura si allarga. Coinvolgendo un altro gazebo. Con tanto di Carabinieri e sequestro degli atti.
Che faranno, adesso, i tre ‘garanti’? Si riuniranno di nuovo e annulleranno anche i voti del gazebo di Piazza Indipendenza? Insomma…
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