Un secolo e mezzo dopo, ancora un punto di riferimento. Precluso, però, ai lettori di lingua italiana. Si tratta del secondo volume di Der Aetna, pubblicato nel 1880 dai geologi tedeschi Wolfgang Sartorius von Waltershausen e Arnold von Lasaulx, e adesso tradotto per la prima volta in lingua italiana dalle edizioni dell’Istituto nazionale di Geofisica […]
Dopo 145 anni, la prima traduzione italiana del secondo volume di Der Aetna di Sartorius. Il lavoro di Ingv e UniCt
Un secolo e mezzo dopo, ancora un punto di riferimento. Precluso, però, ai lettori di lingua italiana. Si tratta del secondo volume di Der Aetna, pubblicato nel 1880 dai geologi tedeschi Wolfgang Sartorius von Waltershausen e Arnold von Lasaulx, e adesso tradotto per la prima volta in lingua italiana dalle edizioni dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Che, a 145 anni dalla pubblicazione, restituiscono così a un pubblico di studiosi e non solo il secondo volume dell’opera, accompagnata da saggi critici per una comprensione approfondita. Il nuovo volume verrà presentato il 16 maggio alle 17.30 a Catania, presso l’aula magna Santo Mazzarino dell’ex Monastero dei Benedettini, alla presenza degli enti che lo hanno reso possibile: l’osservatorio etneo dell’INGV, i dipartimenti di Scienze Umanistiche e Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali di UniCt, e l’accademia Gioenia di Catania.
Un lavoro che parte da lontano, oltre 15 anni fa, e interrotto nel 2013 dopo la traduzione del primo volume. La pubblicazione del seguito segna oggi una tappa importante nel recupero e nella diffusione della memoria scientifica legata all’Etna. Per studiosi, appassionati, ma anche semplici curiosi del vulcano che non possono non aver mai sentito nominare il geologo Sartorius, firma di numerosi studi e cartografie della montagna etnea, a cui sono intitolati i crateri del 1865, sul versante nord-est. Per portare a termine la traduzione del secondo volume – il più tecnico tra i due – è servito un lavoro multidisciplinare, condensato nella doppia firma del volume: a cura di Stefano Branca, direttore dell’osservatorio etneo dell’Ingv, e Luigi Ingaliso, docente di UniCt.
«L’opera di Sartorius rappresenta una pietra miliare per la vulcanologia etnea – spiega Branca – Raccoglie i più importanti studi stratigrafici e minero-petrografici dell’Ottocento sull’Etna e si inserisce nel contesto che portò alla realizzazione della prima carta geologica completa di uno stratovulcano al mondo. Un’opera senza precedenti per l’epoca, considerando che in altri contesti, come il Vesuvio, ci si limitava a rappresentare solo le colate laviche storiche». A occuparsi di presentare il volume, venerdì 16 maggio, sarà Ezio Vaccari, dell’università dell’Insubria. Insieme a lui, presenti Fabio Florindo, presidente dell’Ingv nazionale; Gaetano Lalomia, vice direttore del dipartimento di Scienze umanistiche di UniCt , e il collega Rosolino Cirrincione, a capo del dipartimento di Scienze Biologiche; oltre a Daniele Condorelli, presidente dell’accademia Gioenia.