Parla la proprietaria della gelateria Al Cassaro che ha omaggiato duecento ghiaccioli artigianali ai partecipanti della parata del 18 giugno scorso. L'indomani è scoppiata la polemica in città su alcune foto circolate sui social dove il sindaco e alcuni rappresentanti del Pride mangiano il ghiacciolo arcobaleno
Pride, come nascono i ghiaccioli della discordia «Un gesto per ricordare le vittime di Orlando»
«Volevo in qualche modo contribuire al ricordo delle vittime di Orlando durante il Pride di Palermo, ma io faccio gelati di professione e quindi ho pensato a dei ghiaccioli con i colori della bandiera arcobaleno». Racconta Gloria Ciprì proprietaria della gelateria Al Cassaro che per la parata del Palermo Pride dello scorso 18 giugno ha omaggiato ai partecipanti 200 ghiaccioli fatti a mano che hanno suscitato molto scalpore in città. A tenere lo striscione principale c’era anche il sindaco Leoluca Orlando, parte della giunta e degli organizzatori della manifestazione. E all’indomani sui social network le immagini di Orlando e degli altri mentre mangiano i ghiaccioli sono stati oggetto di ironia e battute allusive, generando un’accesa polemica.
«Ho impiegato tre giorni per farli – continua Ciprì – ho scelto di usare dei bicchieri di plastica come forme per velocizzare le operazioni, non certo per dare adito a battute sconce. Ghiaccioli artigianali che hanno richiesto una ricerca di ingredienti, temperature adeguate oltre che le materie prime giuste. È stato impegnativo, ma volevo contribuire alla causa. Poi ad ogni colore andavano passati nell’abbattitore, quindi è stato lungo il processo». L’attività di Corso Vittorio Emanuele è apprezzata in città e tra poco la gelateria Al Cassaro compirà il terzo anno di apertura, Gloria Ciprì prima di aprire questo negozio ha lavorato per dieci anni all’Exit.
«E alla fine leggere di tutte queste inutili polemiche mi ha dato molto fastidio. – conclude – Avevo chiesto che non venisse fuori il nome della gelateria proprio perché voleva essere un gesto commemorativo e al contempo potesse rinfrescare un po’ i partecipanti che camminavano sotto il sole, ma di certo non mi aspettavo questa risposta irrispettosa nei confronti del mio lavoro e anche dell’intenzione che volevo passasse e cioè commemorare le vittime di Orlando».