Presunti abusi sessuali nella società di ping pong Arrestato presidente, dopo denuncia di una madre

«Stiamo ancora cercando di capire». È la risposta immediata che arriva da Zafferana etnea a proposito dell’arresto di A. M., 47 anni, incensurato, presidente di una società sportiva di tennis da tavolo con sede nello stesso paese. L’uomo è accusato di avere abusato di tre ragazze, due delle quali minorenni. Sulla vicenda attende maggiori dettagli il sindaco di Zafferana, Vincenzo Russo, che spesso ha premiato il gruppo sportivo diretto dall’uomo oggi ai domiciliari. Solo alcuni dei tanti successi dell’associazione, che ha sfornato giovani campioni di ping pong a livello nazionale. Ma l’attesa di maggiori informazioni è anche quella della moglie del presunto molestatore, che con il marito condivide la responsabilità del team affiliato al Coni. La signora, raggiunta al telefono da MeridioNews, risponde con serenità: «Per noi, stamattina, è come se fosse scoppiata una bomba. Ci dev’essere di sicuro un errore, uno sbaglio di persona». 

La pensano diversamente invece i magistrati e gli uomini della polizia postale di Catania che hanno raccolto la denuncia della mamma di una 15enne, iscritta ai corsi di ping pong dell’associazione di Zafferana. La signora si è rivolta agli agenti quando sul cellulare della figlia ha trovato alcune conversazioni che l’hanno insospettita. «Chat a sfondo sessuale intrattenute con un soggetto verosimilmente adulto, che faceva anche richieste di foto intime», spiegano dalla procura. Soggetto poi identificato in A. M., residente a Zafferana che, secondo gli investigatori, avrebbe approfittato delle lezioni di ping pong impartite alla ragazza per imporle delle attenzioni sessuali non richieste. 

Circostanza che sarebbe stata confermata e anzi ampliata anche da altre chiacchierate via smartphone della ragazza con alcune amiche. Dall’analisi di questi ulteriori messaggi, infatti, sarebbe emerso che anche altre due giovani allieve, una maggiorenne e l’altra minorenne, avrebbero subito abusi da parte dell’uomo. Le tre ragazze avrebbero raccontato ai magistrati diversi episodi di violenze sessuali. Per A. M., intanto, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.


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