A poche ore dall'appello, già oltre mille adesioni sul web e in programma una raccolta firme anche per le strade. Si tratta della sottoscrizione lanciata dal gruppo di avvocati catanesi dell'Osservatorio dei diritti che chiede al capo del Governo, Mario Monti, di sollevare dal proprio incarico il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, capo della polizia e responsabile dei fatti del G8. Eppure unico indenne al processo gidiziario
«Presidente, via De Gennaro dal Governo» Oltre mille firme in poche ore per l’appello
Ill.mo. Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti
Ci rivolgiamo a Lei senza alcuna autorevolezza e senza alcuna legittimazione politica, o pubblica, se non quella di essere semplici cittadini di questo Stato.
Inizia così l’accorato appello al capo del Governo da parte dell’Osservatorio dei diritti catanese. Una vera e propria sottoscrizione per sollevare dall’incarico il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni De Gennaro. L’uomo a capo della polizia allepoca del G8 di Genova. L’unico a non essere condannato al processo giudiziario. L’unico, «sentenze a parte, responsabile dellassalto alla Diaz», scrivono i promotori dell’appello. Perché, la storia insegna, «a volte si è responsabili di qualcosa anche senza averne la responsabilità giuridica», continuano. Quindi, «caro Presidente, qui non si tratta del mero Chi sbaglia paga; qui si parla di responsabilità, di etica, di senso dello Stato, di fare un passo indietro».
E proprio partendo dal concetto di democrazia e democratico Paese, il gruppo Avvocati Liberi ha lanciato l’appello sulla piazza più popolare del web. Un evento virtuale su Facebook a cui aderire per la raccolta firme che «nel giro di 24 ore ha raccolto oltre mille adesioni», racconta Goffredo D’Antona, avvocato catanese e primo firmatario dell’appello.
«Abbiamo pensato che mugugnare o fare le solite lettere aperte non sarebbe servito a molto. Per cui abbiamo deciso di fare una cosa normale, da paese democratico normale. Ed è nata l’idea della sottoscrizione», dice. «Facciamolo, ci siamo detti. Anche se non è stato un semplice momento di goliardia su Facebook», spiega D’Antona. «Ma non pensavamo di ottenere tutto questo successo. L’idea era quella di lanciare un messaggio. Siamo persone democratiche e non possiamo solidarizzare con persone non democratiche, come De Gennaro. Ci siamo trovati quasi impreparati davanti a un riscontro di questo tipo», ammette. «La lettera è stata sottoscritta da ambienti trasversali. Ha raggiunto tante persone, non solo avvocati. Ma anche giornalisti e ragazzi che erano presenti al G8. Questo vuol dire che c’è tanta democrazia in questo Paese. Ed è per questo che porteremo avanti l’appello».
Una vera e propria campagna che andrà avanti sul web e non solo. «Verso fine luglio faremo il punto sul numero delle firme raccolte. E valuteremo se mandare una prima parte di queste al Presindente. Ma dopo l’estate andremo avanti, raccogliendo le firme anche per strada», chiarisce D’Antona. «Non ci fermeremo qui. Esigeremo una risposta da Monti e andremo avanti finché De Gennaro non se ne sarà andato via».
«Le Istituzioni sono espressione della volontà popolare e democratica. LItalia deve essere, ma deve anche apparire come un Paese democratico, e la Democrazia è unalba luminosa nellaria tersa del mattino», conclude la lettera. «Sig. Presidente, faccia che quellalba sia veramente luminosa».
[Foto di dumplife (Mihai Romanciuc)]