IL PARLAMENTO NAZIONALE SI APPRESTEREBBE A ‘SCARICARE’ QUASI 180 MILA LAVORATORI. CON IN TESTA UNA PARTE DEL PRECARIATO DELLA NOSTRA ISOLA. ALTRO CHE UNITA’ DI CRISI…
Mentre in Sicilia Governo e sindacati insediano l’unità di crisi per l’emergenza precariato, a Roma agiscono: ma in tutt’altra direzione.
Dal dibattito in corso in Parlamento – parliamo, ovviamente, del Parlamento nazionale – arriverebe un’altra ‘botta’ per i 23-24 mila precari degli enti locali.
Agli atti c’è l’intervento di Pietro Ichino, giuslavorista, che ha ammesso che dei 200 mila precari della pubblica amministrazione del nostro Paese, solo 10 mila, leggiamo sul sito Infiltrato.it, “potranno accedere ai percorsi di stabilizzazione, gli altri dovranno rassegnarsi a rivolgersi al mercato privato del lavoro che nel 2012 ha attivato un grande flusso di contratti a tempo indeterminato: 1,7 milioni.
Chiedo – ha detto Ichino -: perché mai dovremmo indurre 200 mila giovani a puntare su quei 10-12 mila posti di lavoro che le amministrazioni pubbliche possono offrire loro e a rinunciare invece alla prospettiva di immettersi nel grande flusso di 1,7 milioni di contratti che le aziende private e il tessuto produttivo offrono loro? .
Alla domanda che pone Ichino si può rispondere con un’altra domanda: ma questo flusso di 1,7 milioni di contratti del privato ci sono per davvero? E che tipo di contratti sono?
Però, oggi, la ‘notizia’ non è sapere se c’è o non c’è “il flusso di 1,7 milioni di contratti”. La notizia, oggi, è che Roma starebbe sbattendo fuori quasi tutti i precari, con in testa i 23-24 mila della Sicilia.
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