«È l’opera più imponente in Europa, la più grande mai fatta dall’artista». Sono ripresi al porto di Catania i lavori di completamento per la riqualificazione dei silos, che da decenni svettavano malridotti sul molo, a ridosso della città. A occuparsene sono ancora gli artisti che fanno parte del progetto Emergence Festival, attivo anche in altre zone della Sicilia come Giardini Naxos e Licata. Martedì è iniziata la seconda fase del progetto catanese, che riguarda tutti e otto i serbatoi che affacciano sul lato mare.
All’opera c’è il portoghese Vhils, «considerato il numero uno della street art al mondo», dice a MeridioNews Giuseppe Stagnitta, ideatore e curatore di Emergence Festival. «Per completare in fretta abbiamo lavorato anche di notte». La superficie interessata è di circa 2400 metri quadrati, «quasi un campo da calcio». A prendere il posto della vernice ingiallita dal tempo «è il volto di un contadino che guarderà il mare, un soggetto che l’artista ha fotografato anni fa mentre era in Sicilia in vacanza». Vhils è conosciuto anche per la tecnica, che ha ideato e utilizza solitamente: «Scolpisce la superficie creando l’immagine». Ma i silos non si possono scolpire, «infatti è la prima volta che dipinge – spiega Stagnitta -, particolare che rende questa sua creazione di rilievo artistico ancora più importante».
Il cantiere dovrebbe chiudere stasera ma riaprirà a metà novembre, dal 26 al 30, quando verrà dipinto anche l’ultimo silos. «Ci sarà raffigurato il Castagno dei cento cavalli, l’albero centenario che si trova alle pendici dell’Etna, nel Comune di Sant’Alfio. L’opera è già stata affidata a Luca Maleonte, artista italiano di fama internazionale». È l’ultimo passo prima dell’inaugurazione, prevista a dicembre.
Per dipingere gli otto silos – i lavori sono iniziati in estate – sono stati spesi finora oltre 130mila euro, trovati grazie all’aiuto dell’associazione Terzo pilastro Italia-Mediterraneo, dell’Autorità portuale di Catania, di I-Art e di Emergence Festival. «Abbiamo speso molto più di quanto immaginavamo all’inizio – afferma Stagnitta – Ma tutti gli artisti hanno lavorato gratuitamente». Il progetto è a costo zero anche per il Comune – che ha patrocinato l’iniziativa attraverso l’assessorato alla Cultura – e una volta completato «sarà la più grande opera d’arte al mondo».
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