Un milione e mezzo di metri cubi di cemento sulle banchine: lo prevede il piano regolatore portuale, un atto mai approvato dal consiglio comunale. Ma per il quale, formalmente, potrebbe bastare il benestare dell'autorità portuale. Contro questo progetto di «abnorme edificazione» i parlamentari grillini hanno presentato un'interrogazione al governo, illustrando i motivi che lo renderebbero illegale. E chiedendo la sostituzione dell'attuale commissario dell'ente con una persona «competente in materia»
Porto: «Abolite il piano e il commissario» M5s, l’interrogazione dei senatori catanesi
Un milione 500mila metri cubi per la costruzione di nuovi edifici sulle banchine portuali, da concedere ad aziende private senza una specifica destinazione urbanistica. E per un controvalore teorico di circa 2 miliardi di euro. Questo è quanto prevede il piano regolatore portuale (Prp), un atto mai approvato dal consiglio comunale di Catania. Ma la mancata pronuncia dell’assemblea cittadina potrebbe non bastare per fermare i lavori: l’autorità portuale, l’ente che ha competenza all’interno dello scalo con assoluta libertà di indirizzo e programmazione, ha dato un formale benestare all’opera.
Giorno 24 giugno, per evitare «la spropositata e abnorme edificazione in progetto», nove senatori del Movimento 5 stelle hanno presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri delle Infrastrutture, della Coesione territoriale, della Giustizia e dell’Ambiente. Un’atto di sindacato ispettivo nel quale i parlamentari – prima firmataria la catanese Ornella Bertorotta – chiedono sostanzialmente due cose al governo: il blocco del Piano regolatore del porto e la nomina di un presidente dell’autorità portuale, per garantire allo scalo «il ruolo strategico che potrebbe svolgere nello sviluppo economico, turistico, territoriale ed occupazionale dell’intera Sicilia orientale». Magari eliminando la separazione del porto dalla città e creando una sinergia con il vicino porto di Augusta, una proposta fatta propria anche dal nuovo sindaco Enzo Bianco.
Il Prp, secondo i senatori del M5s, dovrebbe essere fermato in quanto «non conforme al piano regolatore della città, come previsto dalla legge 84 del 1994», oltre che sprovvisto delle «favorevole valutazione di impatto ambientale e di quella ambientale strategica». Ma l’atto fondamentale per attuare tutto questo è la nomina di un «presidente dell’autorità portuale che sia competente in materia di trasporti». Dall’agosto del 2012 l’ente è infatti retto da un commissario straordinario, l’ex dirigente regionale Cosimo Aiello, «esperto in materia finanziaria, e non nel settore». Aiello, che con i poteri commissariali ha sbloccato l’iter per il Prp dopo anni di stasi, occuperebbe però secondo i pentastellati la posizione in modo irregolare, «in quanto il limite stabilito nella legge 84 del 1994 per la durata dell’incarico è di massimo di sei mesi», spiegano i parlamentari nel documento.
«Parliamo di una risorsa pubblica che si vuole privatizzare, e il M5s tiene molto a questo tema – commenta Marcello Di Luise, presidente del Comitato porto del sole, che da anni denuncia i tentativi di speculazione sull’area portuale catanese – I grillini hanno già presentato un’interrogazione a Montecitorio con Giulia Grillo e mi dicono che ne faranno presto un’altra anche a livello regionale. Spero che arrivi presto una risposta da parte del governo». Di Luise rimane in guardia rispetto all’apertura di Bianco sulle sue richieste: «Il nuovo sindaco si è accorto finalmente che abbiamo ragione. Speriamo che riesca a mantenere le promesse», commenta. Decisamente critico è invece il giudizio sul commissario Aiello. «Una persona che non ha competenza in materia di trasporti, ma in materia finanziaria, non può fare gli interessi del porto, che ha perso una grande parte del traffico crocieristico in questi anni», conclude l’attivista.
[Foto dell’autorità portuale di Catania]