Porcellum, Celentano spara sulla Consulta I perché del no al referendum elettorale

Ieri sera Adriano Celentano, dal palco del festival di Sanremo, in lungo monologo che farà parlare molto nei prossimi giorni, ha toccato numerosissimi argomenti. In più di un’ora – scatenando il disappunto dei cantanti in gara – sono stati molti i temi di attualità affrontati. Dai quotidiani di ispirazione cattolica – bollati come “inutili” – alle dinamiche che hanno portato all’allontanamento di Michele Santoro dalla Rai, dall’avvicendamento Berlusconi-Monti ai licenziamenti e alla pena di morte.

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Qualche battuta, in quello che è stato definito un sermone, è stata riservata anche alla bocciatura del referendum che avrebbe abolito la legge Porcellum. «Di Pietro, Parisi, Segni hanno raccolto un milione duecentomila firme che la Consulta ha buttato nel cestino – ha affermato Celentano – C’è qualcosa che non va: o è la Consulta che sbaglia o bisogna cambiare vocabolario» perché il potere in democrazia spetta al popolo.

Proprio pochi giorni fa la redazione di Quattrogatti.info ha spiegato le ragioni della Corte costituzionale. Riprendiamo la loro infografica che spiega nel dettaglio la tanto contestata sentenza.

La bocciatura del referendum elettorale – ragioni e prospettive

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