Ponte sullo Stretto, i dubbi sul comitato scientifico guidato da un negazionista del cambiamento climatico

«La prima pietra entro un anno». Questa la deadline che si è autoimposto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, per l’inizio dei lavori del ponte sullo Stretto. Intanto il suo dicastero ha nominato il comitato tecnico e scientifico che avrà il ruolo di sovrintendere i lavori ed esprimere pareri tecnici sulla fattibilità dell’opera. Pareri che, è lecito pensare, non saranno comunque negativi, visto che il pool di esperti è stato selezionato dal novero di quelli che nel progetto per il Ponte, in qualche modo, ci hanno lavorato o comunque di certo non tra quelli che avevano osato sollevare dubbi o criticità.

Tra i nomi di maggiore spicco c’è quello di Claudio Borri, ordinario di Scienza delle costruzioni dell’università di Firenze, direttore del centro interuniversitario di Aerodinamica delle costruzioni e Ingegneria del vento, che così come Giuseppe Muscolino, ordinario di Scienza delle costruzioni dell’Università di Messina, hanno già sostenuto incarichi simili per la società Stretto di Messina, quella creata ad hoc, liquidata e poi resuscitata per le ultime mire di costruzione del ponte.

Nel comitato ci sono anche Paolo Fuschi dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Andrea Ferrari dell’università di Palermo, loro sì alla prima esperienza col Ponte. E poi c’è Andreas Taras, ordinario di Costruzioni in acciaio e strutture composite presso l’Eth di Zurigo per la quota internazionale. Nominato anche Mauro Dolce, ordinario di Tecnica delle costruzioni alla Federico II di Napoli, esperto in rischio sismico e vulcanico ed ex assessore della Regione Calabria, tra i più grandi fan del progetto per unire le coste e Francesco Karrer, professore in pensione di Urbanistica a La Sapienza di Roma, a suo tempo persino componente della commissione internazionale che ha aggiudicato la progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera. Infine l’unica donna, Sara Muggiasca, esperta di aerodinamica, chiamata a esprimere pareri e opinioni su questo aspetto del progetto, nato tuttavia da uno studio a cui lei stessa ha collaborato.

Il comitato sarà guidato da Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra a La Sapienza di Roma, che si è guadagnato i gradi, ma soprattutto la visibilità, grazie al suo sbandierato negazionismo riguardo al cambiamento climatico. Promotore della petizione There is no climate change e peroratore della causa di chi pensa che non ci siano correlazioni tra inquinamento e clima, tesi più volte sottolineate anche in salotti televisivi.


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