Il coordinatore della rete di volontari, Marco D'Amico: «Abbiamo pensato che, pur non trattandosi di un muro di pregio, dovevamo agire subito per eliminarla, con qualsiasi vernice avessimo a disposizione»
Ponte Ammiraglio, nei pressi spunta scritta pro mafia Intervengono volontari Retake. Silenzio degli abitanti
«Ci sono obbrobri per i quali bisogna agire in modo urgente e forse un po’ raffazzonato, perché Palermo non merita certe idiozie assurde». È quello che scrivono i volontari di Retake Palermo – Tramiamociviltà sulla loro pagina Facebook, a commento di alcune foto scattate due giorni fa. Le immagini mostrano una scritta vandalica in vernice verde che recita «w. la mafia», trovata su un muro nei pressi del ponte Ammiraglio, patrimonio Unesco, e tempestivamente cancellata dai volontari l’altro ieri: «Ce ne siamo accorti mentre stavamo pulendo le pensiline», racconta Marco D’Amico, coordinatore di Retake.
Impossibile non domandarsi da quanto tempo quella scritta, in stampatello e sufficientemente grande per essere notata anche da una certa distanza, si trovasse lì. Certo è che, rispetto ai soliti scarabocchi vandalici, questo sembra avere tutt’altro registro. «È un vero e proprio messaggio al quartiere e alla città», afferma D’Amico, che ipotizza si tratti di un atto di vandalismo recente. «La vernice non sembrava molto vecchia, non era sbiadita. Forse è stata scritta in occasione della collocazione della targa Unesco a ponte Ammiraglio, quando era presente anche qualche autorità», continua, riferendosi alla cerimonia del 29 ottobre scorso.
«Il fatto grave è che nessuno ha segnalato alle autorità, né le autorità hanno cancellato subito, come se non ci fosse un controllo del territorio – dice il coordinatore di Retake – Abbiamo pensato che, pur non trattandosi di un muro di pregio, dovevamo agire subito per eliminare una scritta così grave, con qualsiasi vernice avessimo a disposizione. E così è stato. Abbiamo preso della vernice bianca e l’abbiamo cancellata». Un intervento tempestivo, dunque, quello dei volontari, convinti che – malgrado la presunta indifferenza degli abitanti della zona – sia pericoloso lasciare che messaggi simili restino in circolazione anche solo per qualche giorno.