Il consorzio di tutela del pomodoro Pachino Igp ottiene la Goccia verde per l’utilizzo sostenibile dell’acqua

Il Consorzio di tutela del pomodoro Pachino Igp ha ottenuto la certificazione Goccia Verde, un sistema promosso dall’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, che finora ha riguardato gli enti irrigui e di bonifica. Il riconoscimento a un consorzio di tutela di un prodotto agricolo a indicazione territoriale rappresenta, dunque, una eccezione, ma soprattutto una novità esclusiva che assume un valore anche maggiore in considerazione della particolare situazione di siccità che sta vivendo la Sicilia. La certificazione Goccia Verde ottenuta dal Consorzio Pomodoro di Pachino Igp, è, infatti, finalizzata a dimostrare l’utilizzo razionale e sostenibile dell’acqua, nonché la sua tutela.

«Il nostro è il primo Consorzio Igp ad ottenere questa importante certificazione – dice il presidente Sebastiano Fortunato – La gestione non coordinata della risorsa idrica porta a momenti di crisi, sia qualitativa che quantitativa, come quello che stiamo vivendo da alcuni mesi. Il Consorzio può assumere un ruolo importante nella tutela del prodotto, attraverso il coinvolgimento dei propri associati anche attraverso azioni finalizzate alla sostenibilità del consumo idrico».

Oggi nell’areale di produzione del pomodoro di Pachino Igp è stata osservata una significativa alterazione del livello di salinità delle acque di falda usate a scopi irrigui dovuta alla scarsità di precipitazioni. «Se dovesse perdurare o addirittura aumentare – osserva Fortunato – potrebbero essere compromesse irreparabilmente le particolari caratteristiche organolettiche del nostro oro rosso, che sono legate proprio alla qualità delle acque dell’area in cui è prodotto. Ciò renderebbe quasi impossibile proseguire la produzione, con il conseguente crollo dell’economia legata al comparto, un indotto che dà da vivere a diverse migliaia di famiglie».

Tutto ciò si può evitare solo attraverso un’azione coordinata di monitoraggio qualitativo delle acque e con l’utilizzo delle informazioni già in mano ai produttori, ma poco utili se non aggregate ed analizzate su scala comprensoriale.

«L’analisi e il monitoraggio in forma aggregata dei dati rappresentano il primo passo richiesto dalla certificazione – spiega Francesco Vincenzi, presidente di Anbi – Il percorso – aggiunge Vincenzi – prevede poi l’obbligatoria redazione di un “Piano di gestione della siccità”, nel quale verranno indicati i criteri e le buone pratiche da seguire per il contrasto al fenomeno o per la gestione di situazioni altamente critiche. In parallelo, bisognerà prendere azioni di training e di promozione dell’innovazione per sostenere le aziende agricole nella transizione verso tecniche colturali ed irrigue adeguate alla situazione più problematica. È particolarmente significativo che la prima certificazione Goccia Verde arrivi proprio in Sicilia, regione quest’anno drammaticamente colpita dalla siccità: è un importante segnale per guardare responsabilmente al futuro».


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