Anche a Pollina arriva la tassa di soggiorno per i turisti. Tra perplessità e polemiche, tanto che l’amministrazione comunale illustrerà il contenuto del regolamento oggi a partire dalle 15.30 nell’aula consiliare Giuseppe Giambelluca per fugare ogni dubbio. Altri incontri sono previsti nei prossimi mesi oltre alla creazione di una sezione apposita sul portale del Comune di Pollina – Sportello Telematico, da cui sarà possibile scaricare la modulistica necessaria.
La tassa sarà valida dal primo maggio al 30 settembre, come deciso nei giorni scorsi in consiglio comunale all’unanimità. Il regolamento prevede un’imposta di 50 centesimi al giorno per tutti coloro che pernotteranno in residence, campeggi, agriturismi, b&b, locande, case vacanze e alberghi a 1 e 2 stelle. Per chi deciderà di soggiornare in strutture alberghiere da tre stelle in su e per i resort l’imposta sarà invece di 1,50 euro.
Secondo quanto dichiarato dalla sindaca Magda Culotta, anche Pollina fa parte delle località turistiche che possono istituire tale imposta, e in forza dell’aumento del flusso turistico degli ultimi anni – definito «esponenziale» dal primo cittadino – sarà possibile rimpinguare con il ricavato le casse del Comune. Lo scopo è quello di finanziare in un secondo momento interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali.
La novità è stata accolta con qualche perplessità dagli imprenditori del luogo che portano avanti attività di tipo ricettivo-turistico. «La tassa di soggiorno è una buona idea se i soldi recuperati andranno spesi per i servizi che si possono offrire ai turisti, altrimenti non ha senso – dice Giuseppe Pepe, proprietario di un b&b a Finale -. Forse sarebbe stato meglio impostare una quota a settimana o al massimo ogni tre giorni proprio perchè al momento il paese non offre nulla, né una spiaggia né altri servizi». Parere condiviso da un’altra imprenditrice, che aggiunge di non condividere «questa novità perché va ulteriormente a discapito di chi ha un’attività in regola e dichiara ogni cliente, quando ormai altre sono le modalità di soggiorno prescelte dai turisti che preferiscono affittare un’abitazione privata oppure rivolgersi a una struttura. Per una famiglia inoltre si tratta già di 14 euro in più a settimana, e per quali servizi? Sarebbe stato opportuno imporla solo da tre stelle in su».
Gli incassi maggiori della tassa di soggiorno verranno senza dubbio dal Pollina Resort – una stima indica almeno 150mila euro – che ha riaperto l’anno scorso il famoso villaggio turistico registrando decine di migliaia di presenze alla prima stagione. Antonio Mangia, fautore del rilancio del resort, spera almeno che con tale cifra si possano rivedere le tariffe a carico delle aziende turistiche, oppure prevedendo un servizio navetta gratuita con guida dal resort al paese di Pollina e alle Gole di Tiberio.
«Anche se molti Comuni applicano questa tasse – riflette Mangia – mi aspettavo che il Comune di Pollina facesse passare la stagione 2018 prima di imporre l’imposta e consentirci di rilanciare meglio una struttura che era chiusa da parecchi anni. Provvederemo dunque a comunicare al mercato l’applicazione del nuovo tributo e ci organizzeremo per il sostituto d’imposta come dice la legge. È vero anche – continua il patron di Aeroviaggi – che i Comuni in Sicilia, contrariamente alla normativa, utilizzano il gettito derivante dall’imposta di soggiorno per attività varie, anche di spesa corrente o per feste paesane, non di certo per il recupero di beni culturali o ambientali o per curare meglio l’accoglienza del turista e sgravare di pesanti tributi gli albergatori».
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