La protesta corre sul social network. Nei giorni scorsi il proprietario del locale Antiruggine aveva affidato a Facebook la frase choc «W la mafia» per protestare contro la sanzione della Polizia municipale. L'assessore Marano replica: «Il compito dell'assessorato, attraverso il rispetto delle regole, non è quello di chiudere gli occhi ma di sorvegliare»
Polizia municipale gli chiude pub per 5 giorni Titolare su Fb: «Vendo attività. Trattati come abusivi»
La protesta corre su Facebook. Dopo il titolare del pub Antiruggine Giovanni D’Alia, che nei giorni scorsi aveva affidato al social network la frase choc «W la mafia!», questa volta tocca ai proprietari del Basquiat Cafe in via Sant’Oliva. «Vendiamo l’attività» scrivono sulla bacheca. «L’ennesima incursione della polizia municipale colpisce la nostra attività, ci prende come fossimo abusivi, disonesti e ci colpisce». Anche in questo caso, come per il pub di piazzetta Bagnasco, la provocazione arriva dopo la sanzione imposta dalla Polizia municipale: la chiusura per cinque giorni del locale.
«Noi siamo per il rispetto della legge – dice Francesco D’Amore titolare del Basquiat Cafe -. Abbiamo 10 dipendenti che sono regolarmente pagati. Non è possibile che a un pub che segue tutte le norme ed è in regola con tutte le tasse venga imposto di chiudere da venerdì a martedì. Così le attività produttive si ammazzano». L’atto d’accusa è rivolto a sindaco e assessori. «Non meritate di gestire la nostra città».
E a stretto giro di posta arriva anche la replica di Giovanna Marano. «Il compito dell’assessorato, attraverso il rispetto delle regole, non è quello di chiudere gli occhi ma di sorvegliare, affinché si impediscano fenomeni di iniquità e concorrenza sleale, che sono due presupposti fondamentali per combattere il fenomeno dell’abusivismo» dice l’assessore alle Attività produttive. Insomma, in ballo c’è il rispetto delle regole, indispensabile a garantire «lo sviluppo del tessuto imprenditoriale sano».
Lo scorso 3 marzo, secondo la ricostruzione di Marano, alla ditta D’Amore era stato fatto un verbale per occupazione abusiva di suolo pubblico. Una violazione causata da un gazebo di 21 metri quadrati «ricadente per intero sulla carreggiata». Il 7 aprile scorso l’assessorato ha rilasciato una concessione al titolare fino al 2017, con «la prescrizione che i pannelli di delimitazione laterale non dovevano superare in altezza gli 80 centimetri dal piano di calpestio stradale». E qui, secondo Marano, arriva la seconda infrazione. «Il 21 aprile un tecnico a seguito di un sopralluogo ha accertato – spiega l’assessore – che il manufatto è difforme rispetto a quanto autorizzato nella concessione e pertanto il 18 maggio è stata attivata la sanzione come previsto dal regolamento Dehor vigente e che prevede la sanzione accessoria di chiusura per 5 giorni».
Al titolare del Basquiat Cafe arriva la solidarietà di D’Alia, che sempre dalla sua pagina Facebook lancia un appello. «Ai dirigenti che firmano questi ordini chiedo di mettersi una mano sulla coscienza quando li firmano e che vadano sul posto, conoscano il titolare e decidano solo dopo se è giusto intimare la chiusura del locale, rischiando un rimprovero, non certo la vita, ma avendo la possibilità di tornare a casa in pace con se stessi, convinti di avere fatto il giusto».
Intanto domani il suo pub Antiruggine riaprirà dopo i cinque giorni di stop imposti dalla Polizia municipale. «Ne approfitteremo per dare un microfono a chi vuole dire la sua su ciò che ci è accaduto – dice Giovanni D’Alia -. Durante la serata daremo un bicchiere di vino o di birra alla cifra simbolica di un euro giusto per non dare adito a qualcuno che vogliamo strumentalizzare la faccenda in questione, e la chiameremo “Un calice di Civiltà” perché ognuno di noi ha diritto ad esprimere il proprio parere, giusto o sbagliato che sia. Un invito particolare lo rivolgo al sindaco Orlando e all’assessore Marano. Lo stesso invito lo rivolgo alle forze dell’ordine, invitandole a ristabilire un rapporto di stima reciproca con i cittadini comuni perché solo con la fiducia nelle istituzioni e il rispetto reciproco , nessuno di noi sentirà il bisogno di rivolgersi ad ALTRI per far valere le proprie ragioni».