Caro presidente, le lacrime di coccodrillo non servono
POLITICANDO/ Crocetta prima si fa togliere i soldi da Renzi e poi va a Roma con piattino e cappello tra le mani
CARO PRESIDENTE, LE LACRIME DI COCCODRILLO NON SERVONO
di Carmelo Raffa
Apprendiamo di un altro viaggio del presidente della Regione, Rosario Crocetta, effettuato ieri a Roma al dicastero dell’Economia prima e subito dopo nella sede nazionale del PD.
Un’altro viaggio della speranza per far affluire 3 miliardi di euro nelle ‘casse’ povere della Regione che, come si sa, non è più nelle condizioni di garantire il pagamento degli stipendi al personale di alcuni di enti regionali e degli operai della Forestale.
Nel contempo il Governatore non ha perso l’occasione per andare a versare tante lacrime nelle mani del Vice Segretario nazionale del PD, Lorenzo Guerini, che rappresenta il braccio destro di Matteo Renzi.
Lacrime vere? Sicuramente no! Ma che abbia versato lacrime di coccodrillo ne siamo più che sicuri.
Rosario Crocetta ci fa o ci è? Si rende conto che se in Sicilia c’è un partito profondamente diviso e lacerato lo si deve al frutto del suo prezioso lavoro di “cartaio” che ha fruttato la destabilizzazione del PD e di altre forze politiche nella Regione?
Caro Crocetta, il giocattolo si è rotto, grazie alla sua opera e a quella dei suoi consiglieri. Insomma si è sfasciato grazie al suo ‘cerchio magico’ o tragico, che dir si voglia.
Ed ora? Bisogna raccogliere i cocci e non è per niente facile se Lei non fa prima un accurato esame di coscienza, manifesti le proprie colpe e chieda scusa al PD, alle altre forze politiche ed a tutti i siciliani.
Cosa si continua a vedere nella nostra Regione? Solo ed esclusivamente miseria e ciò si denota dai viaggi della speranza che Lei fa a Roma per chiedere col piattino e il cappello tra le mani l’elemosina per pagare gli stipendi.
Vede, caro presidente Crocetta, se lei, appena qualche mese fa, non avesse rinunciato a contenziosi già vinti, oggi non andrebbe a Roma con il cappello in mano a chiedere elemosine.
Sarebbe bastato, qualche mese fa, non essere ‘ascaro’. Anche se ci rendiamo conto – e qui dobbiamo darle ragione – che chi nasce politicamente ‘ascaro’ non può diventare autonomista.
Oggi è un ‘casino’, lo sappiamo. Oltre ai soldi per pagare gli stipendi, non s’intravede nel Crocetta-pensiero la volontà di procurare le risorse per promuovere un vero piano di sviluppo nella nostra terra. Di conseguenza non si dà alcuna prospettiva alle migliaia di giovani disoccupati che giorno dopo l’altro diventano dei veri disperati.
Altro che rivoluzione, presidente Crocetta: siamo arrivati nel vero disastro economico, finanziario e sociale!
Per questo da tempo, caro Governatore, Le consigliamo di togliere le tende. Tirare a campare serve solo a produrre danni su danni. Tirare per la giacca Guerini e Renzi serve a poco quando la causa dei mali del Governo e delle divisioni all’interno delle forze politiche porta un solo nome: il suo.