Policlinico, il primo mese del nuovo pronto soccorso Direttore: «Tempi brevi per i pazienti in codice giallo»

Un mese e un giorno. È il tempo trascorso dall’inaugurazione del nuovo pronto soccorso del Policlinico. E dalla contestuale chiusura del reparto d’emergenza dell’ospedale Vittorio Emanuele. Un mese lungo, punteggiato da polemiche. Sul numero record di accessi giornalieri. Sui tempi necessari a curare ogni paziente. Sulla quasi completa assenza di parcheggi, che gli stessi dirigenti medici non nascondono. E sullo sfondo si staglia una vertenza sindacale, in qualche modo generata dall’accorpamento di «uomini e mezzi» del Ferrarotto e dello stesso Vittorio Emanuele, che potrebbe liquefare 91 posti di lavoro nel settore delle pulizie. Un mese, ma un secolo breve per chi è chiamato a guidare questa nuova, potente struttura ospedaliera. 

«Io sono molto contento del trasferimento, sia in relazione ai flussi che ai miglioramenti che siamo riusciti a fare». All’altro capo del telefono c’è Giuseppe Carpinteri, il direttore del pronto soccorso. Il medico illustra quelli che definisce «strumenti organizzativi nuovi». A partire dalla cosiddetta area rossa. «È una grande stanza – dice Carpinteri – in cui i pazienti in codice rosso o in codice giallo, che sono quelli nelle condizioni più gravi, possono essere assistiti immediatamente». Il che avrebbe diminuito i tempi per intervenire, specie per quel che riguarda i codici gialli. 

Secondo i numeri forniti dal direttore, al Vittorio Emanuele una quota tra il dieci e il 15 per cento di gialli attendeva per oltre un’ora e mezza. Con il nuovo sistema, invece, tempi del genere sono riservati a «una piccolissima parte dell’utenza. La circostanza di avere a disposizione un posto libero in questa sala – conferma – serve proprio a far “entrare” più velocemente i gialli. Mentre i rossi entrano subito da sempre». Eppure, in un recente sondaggio tra i pazienti realizzato dalla Cisl, emergono tempi d’attesa da circa un’ora al pronto soccorso del Vittorio (oggi al Policlinico), addirittura di un’ora e mezza al Cannizzaro. «Una follia – sospira Carpinteri – in qualsiasi struttura un codice rosso entra immediatamente, qualunque sia la situazione di folla. Non so da dove abbiano tirato fuori questi numeri». 

Per altro, anche all’interno dell’insieme convenzionalmente definito codice giallo esiste una discreta varietà di situazioni diverse, ognuna con la sua gravità. «Ci sono pazienti – aggiunge Carpinteri – che non sono in codice rosso perché non presentano l’immediato pericolo di vita, ma potrebbero precipitare in breve tempo. Noi abbiamo applicato un codice che definiamo giallo più. In questo primo mese siamo nell’ordine dei 300 pazienti, ovvero una decina di casi al giorno sono stati trattati quasi come i codici rossi». 

Dopo il trasferimento, tuttavia, i codici verdi hanno atteso di più. «Questo è vero – ammette il direttore del pronto soccorso – ma sta nella normalità delle cose. Una sorta di solidarietà verso gli altri utenti dovrebbe diventare patrimonio di tutti». Un altro angolo grigio è la capacità di ricoverare i pazienti che, transitati dalle strutture d’emergenza, hanno poi bisogno di un posto letto in reparto. «Questa è la situazione più critica – evidenzia Carpinteri – soprattutto nell’ultima settimana abbiamo avuto un notevole incremento di pazienti con fratture o necessità di ricovero ortopedico, e questa cosa ha messo un po’ in crisi il sistema perché rimangono troppo tempo in pronto soccorso». Per ogni turno di lavoro, di giorno, sono in servizio quattro medici al pronto soccorso, uno in osservazione breve e uno in Medicina d’urgenza. «Ma il problema dei problemi – conclude il medico – è rappresentato dalla mancanza di posteggi». 

In realtà un altro problema c’è. Di natura sindacale. «C’è – precisa il sindacalista Fsi-Usae Calogero Coniglio – una procedura di licenziamento collettivo per 91 dipendenti della Rekeep, ex Manutencoop, che fanno le pulizie al Policlinico-Vittorio Emanuele assieme a Pfe». Nei giorni scorsi il sindacalista ha incontrato l’avvocato dell’azienda. «Loro sostengono che i reparti che ospitavano il pronto soccorso al Vittorio chiuderanno, ma in realtà quelle strutture sono in sosta al Vittorio in attesa dell’apertura del San Marco di Librino». Che dovrebbe cadere tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Nel complesso i lavoratori dell’appalto sono 357. Ieri mattina Coniglio ha lanciato un allarme istituzionale in commissione Lavoro, all’Ars. Tra tutti gli attori coinvolti, l’unica assenza l’ha fatta segnare proprio Rekeep. Se si tratta di un segno, non è buono. 


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