Polemica su divisione della Camera di Commercio Sud-Est Confindustria: «Si mettono insieme territori diversi tra loro»

La Camera di Commercio del Sud-Est della Sicilia forse non dovrà temere la prova di superamento del settimo anno. La separazione potrebbe essere anticipata. Il matrimonio a tre tra Catania, Siracusa e Ragusa pare essere entrato in crisi al quinto anno per le nozze di legno. O forse la crisi era già nell’aria quando la privatizzazione dell’aeroporto Vincenzo Bellini ha iniziato a marciare nella direzione immaginata dal presidente Pietro Agen. Di fatto, quanto avanzato con un emendamento al Sostegni bis dalla deputata nazionale Stefania Prestigiacomo dovrebbe condurre alla fine della super-camera. 

Una scissione che però non è stata affatto digerita da Confindustria. Immediata, infatti, è stata la reazione degli industriali che hanno espresso tutto il loro dissenso verso questa possibile separazione. Ad accentuare, dopotutto, le riserve è il futuro prospettato: l’annessione di Siracusa e Ragusa a Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Un rapporto a cinque con base a Trapani, altra punta della Sicilia assai distante dal contesto aretuseo o da quello ibleo. Una distanza non solo chilometrica ma anche socio-economica. «Non ci convince innanzitutto il metodo – ha dichiarato Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia – è stato fatto senza concertazione con chi, in realtà, costituisce le Camere di Commercio. La legge di riforma ha fatto sì, da parecchi anni, che le Camere di Commercio siano finanziate al cento per cento e poi rette dal sistema complessivo delle imprese. Non c’è stata alcuna concertazione».

Per Albanese la proposta «ci sembra vada contro la sentenza della Corte costituzionale che ha sancito che gli accorpamenti effettuati con la legge del 2016 sono quelli e andavano bene. Per entrare nel merito della questione – ha aggiunto il presidente degli industriali siciliani – si è tentato di rispondere, forse, ad una richiesta di una parte del territorio di Ragusa e Siracusa ma creando un danno molto più grande degli eventuali benefici. Si dovrebbe costituire una Camera con cinque territori alcuni dei quali distano oltre trecento chilometri: non c’è né una razionalizzazione delle spese né una razionalizzazione dei servizi né un beneficio per il mondo delle imprese, dei professionisti e soprattutto dei consumatori». 

Da mettere insieme non ci sono solo realtà produttive assai differenti. C’è da gestire una separazione non proprio indolore da un punto di vista finanziario. I riflettori sono tutti puntati sullo scalo etneo e sulle quote da riconoscere alle differenti componenti attuali della Camera di Commercio del Sud-Est. «Si tratta di un papocchio – prosegue Albanese – l’emendamento va ritirato. In caso contrario arriverà con la fiducia, verrà votato con tutto quello che ne consegue. Se gli obiettivi erano altri, come eventuali commissariamenti, allora dobbiamo dire che si sta sottraendo alla legittimità delle imprese di governare le Camere di Commercio. Si dica chiaro se le finalità erano altre e si faccia un tavolo di confronto. Noi – conclude – siamo disponibilissimi a sederci e a discutere di tutto».


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