Cercavo una foto del Direttore in mezzo a noi, in aula 24. Ero sicura di averla. L’ho cercata in tutte le cartelle e sottocartelle. Non c’è. Non ci posso credere, tutte le foto che pensavo di avere non sono fatte di pixel. Sono immagini che la memoria conserva per sempre.
Io non ho una buona memoria: dimentico le cose successe, la successione degli eventi. Assorbo però il loro sapore, le sensazioni che mi hanno regalato. Per questa ragione non ho un mio ricordo legato al prof . Escher. Quello che mi lega a lui è il sapore dell’esperienza a Step1. Separare le due cose non è possibile.
Non so quando è iniziato tutto: so che era fine 2003 quando sono stata invitata a partecipare alla prima riunione dei primi avventurosi docenti dei Medialab. Io lì non c’entro niente eppure ci sono. Passano pochi mesi, è già il 2004, e va online uno Step1 verdino, a cadenza settimanale.
Noi ci contiamo e siamo un tot, un bel tot, chi c’era già ne va ancora fiero di essere stato in quel tot.
Insomma a questo tot piace fare un giornale e si va a chiedere aiuto. E come nelle storie d’amore più belle succede tutto per caso: ci sono le persone giuste al momento giusto. Step1 faticosamente cresce, Escher diventa il nostro Direttore. Non so dire come e quando ma è così. Il resto è storia che tutti conoscono. E mi dispiace se, con il mio calo di entusiasmo, ho contribuito in qualche modo alla sua disillusione nei confronti di questo giornale che è figlio suo…
Nel frattempo capita che una sera, che a fine riunione si è scatenato un temporale e io devo tornare a casa in bus, il prof mi accompagna a casa con la sua auto. Capita che a me, appena laureata alla triennale, affida il compito di coordinare, insieme ad altri, i gruppi di lavoro per la sua materia: mi fa sentire grande, lo confesso. Capita che sempre il prof mi chiede anche di fare una lezione sulla mia tesi di laurea. Colpa mia se poi non l’ho mai tenuta. Oggi lo rimpiango amaramente…
Capita che la notte delle elezioni, dopo la diretta di Antenna Sicilia, il nostro direttore rimane con noi fino alle 3, uno di noi, in mezzo a noi. Ecco, è questa la foto che ero sicura di avere.
Oggi non so se esiste davvero anche in pixel questa immagine. Io ce l’ho chiara in mente ed è solo il simbolo visivo di un’epoca della mia giovinezza. Se oggi sono quella che sono, un po’ irriverente nei confronti della realtà, un po’ dentro e molto fuori da un sistema che ci vuole tutti uguali e indifferenziati, lo devo in buona parte a Step1 e a chi lo ha inventato.
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