Pippo Gianni a Crocetta: “Serve chiarezza sull’accordo Eni-Regione”

LETTERA APERTA DEL DEPUTATO (PID)  AL PRESIDENTE DELLA REGIONE  IN CUI GLI CHIEDE DI CONVOCARE  CON URGENZA UN TAVOLO TECNICO FRA REGIONE SICILIANA ED ENI PER VERIFICARE LO STATO D’ATTUAZIONE DELL’ACCORDO CHE PREVEDE NUOVI INVESTIMENTI E NUOVE CONDIZIONI NELLE CONCESSIONI

“Egregio Presidente
mi permetto nuovamente, a distanza di diciotto mesi, di sottoporre nuovamente alla tua attenzione quanto definito tra la Regione Siciliana e l’ENI titolare delle concessioni presso gli stabilimenti di Gela e Priolo Gargallo.
Accertato che il Governo della regione ed i vertici dell’ENI hanno già sottoscritto la nuova concessione ventennale per la riconversione degli stabilimenti in nuovi processi produttivi e la stessa concessione prevede tra l’altro investimenti per circa 1,2 miliardi di euro in 4 anni, dal 2012 al 2015, da parte di Eni in Sicilia, con la prospettiva, secondo la stessa azienda, di versare nelle casse della Regione 400 milioni di euro di tasse in 10 anni e circa 20 milioni di euro all’anno di royalties in più, rispetto a quanto abbia pagato sin oggi.
Nel dettaglio l’ENI avrebbe dovuto avviare un percorso di ricerca industriale presso lo stabilimento di Gela prevedendo lo sviluppo dei giacimenti di gas metano Argo e Cassiopea nel canale di Sicilia, l’ottimizzazione della produzione nel campo di Gela e la realizzazione del pozzo esplorativo Vela 1, per la ricerca di metano nel canale di Sicilia.

Aspetto particolare dell’accordo è il progetto Giaurone: per la prima volta in Italia, la Co2, l’anidride carbonica, recuperata dall’impianto di ossidazione del metano nella raffineria di Gela, sara’ iniettata sottoterra, nel giacimento di Giaurone, con la prospettiva di un abbattimento delle emissioni del gas inquinante di 70 mila tonnellate all’anno. Inoltre, Eni cederà a EniMed, che ha sede in Sicilia, la totalità delle propria quota, che e’ pari al 60%, della titolarità della concessione per i giacimenti Argo e Cassiopea.
Per ciò che concerne l’impianto di Priolo, l’ENI ha previsto investimenti per 400 milioni di euro per la riconversione dello stabilimento passando dalla produzione di polietilene, non più redditizia, alla produzione di altri derivati del petrolio, maggiormente competitivi. Gli interventi, che avranno un’attenzione particolare alla tutela della salute ed alla sostenibilità ambientale, sono finalizzati alla sopravvivenza dell’industria ed al mantenimento dei livelli occupazionali. Oggi, l’ENI di Priolo conta circa 500 dipendenti, mentre altri 300 lavoratori operano nell’indotto.
Pertanto ti rinnovo l’esigenza indifferibile di convocare con urgenza un tavolo tecnico che definisca immediatamente i punti nevralgici che ad oggi non hanno consentito l’avvio dei lavori secondo quanto sottoscritto nella convezione siglata tra la Regione e l’ENI.
Converrai con me che non possiamo perdere l’occasione di rendere più moderno ed sostenibile il processo industriale delle aziende che operano sul territorio regionale oltre all’opportunità di rinegoziare i canoni di concessione ma soprattutto godere di maggiori entrate tributarie a fronte di una maggiore produttività che consente di salvaguardare i livelli occupazionali e un sempre maggiore rispetto della sicurezza e dell’ambiente”.


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