Pioletti presenta la candidatura a Rettore

“Discontinuità con la gestione precedente, e in particolare con il metodo di gestione” ecco il messaggio del professore Pioletti, che questa mattina ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla carica di Rettore.

Ringraziando i numerosi intervenuti al Monastero dei Benedettini, tra cui professori, studenti e rappresentanti sindacali, il candidato inizia illustrando i punti principali del suo programma:

“Il confronto deve essere la base del lavoro di un Rettore, che deve distinguersi per la capacità di ascoltare e mediare con chiunque voglia portare avanti delle proposte”. Ed in questo senso va intesa la sua candidatura: “Chi sostiene maliziosamente che io mi ritirerò dalla corsa, dovrà ricredersi. E l’ora di una riflessione seria sulle problematiche del nostro ateneo. Voglio evitare che queste elezioni si riducano a una mera conta dei voti, devono anzi segnare l’inizio di una svolta, una discontinuità con il passato”.

 

Ed ecco perché si dice pronto al dialogo, al confronto e alle critiche serrate, che non dovranno mai essere confuse con polemiche sterili e attacchi personali.

“In un contesto difficile come quello nostro, il Mezzogiorno, che non offre le potenzialità per il futuro, che costringe i giovani ad emigrare, dobbiamo rimettere al centro la vita quotidiana. La vita della persona deve tornare dentro le considerazioni dell’Università”.

Per fare questo, il Professore si auspica che si continui con la formazione di un’area comune del Mediterraneo, che rappresenti un’alternativa alla fuga verso l’estero.

 

Pioletti poi si sofferma su alcuni dati che forniscono, come lui stesso dice, una radiografia della situazione attuale dell’Ateneo.

“E’ vero che aumenta il numero dei laureati, ma questo perché sono aumentate considerevolmente le immatricolazioni. Si dovrebbe però verificare la qualità di questi laureati.” La considerazione poi si sposta sul rapporto numerico tra docenti e studenti. “Se ci troviamo di fronte a situazioni dove, come in Scienze della Formazione, il rapporto è un docente ogni 142 studenti, diventa necessario, quasi vitale, un riequilibrio.”

Questo non si traduce, ci tiene a sottolinearlo, all’introduzione dal numero chiuso, soluzione che Pioletti contrasta fortemente. Anche se poi dichiara che il numero programmato diventa necessario per la mancanza di risorse finanziarie.

 

Si sofferma poi sulla questione “caro affitti”: “Si è creato un vero e proprio mercato nero degli affitti per gli studenti. Ecco perché si dovrà stabilite una maggiore coordinazione con l’ ERSU, sempre nell’ambito del diritto allo studio, che sia davvero garantito a tutti.”

 

La figura del Rettore dovrà essere per Pioletti, una figura lontana dalle logiche partitiche, che sia interessato per questo al bene delle Istituzioni e degli studenti in genere. Ed a questo proposito alla base del lavoro del Rettorato e delle istituzioni che a lui fanno capo ci deve essere una programmazione strategica: “Bisogna individuare le priorità, reperire le risorse e realizzare le infrastrutture necessarie”. Quindi la ricerca di fondi come primo obiettivo; questo però non vuol dire aprire alle privatizzazioni: “Io sono convinto della grande importanza dell’Università pubblica, fondata sul primato del bene comune, sull’interesse generale, altrimenti sarebbe solo diritto che diventa ‘favore’. Ecco perché sono contrario alla privatizzazione, allo smantellamento del Pubblico a favore del privato. Atro discorso sono, ovviamente, le convenzioni esterne con le associazioni culturali della città.”. L’ex-Preside, inoltre, auspica la formazione di una consulta permanente che individui le priorità legate al territorio e che sia poi capace di rispondere alle esigenze della comunità.

 

Altro argomento centrale è quello del decentramento: “Sappiamo che l’Ateneo di Catania è ormai presente in quasi tutta la Sicilia Orientale: Siracusa, Ragusa, Enna, Caltagirone. Queste sezioni distaccate sono spesso davvero carenti, con un’organizzazione approssimativa e che spesso sono nate per interessi personalistici. Questa situazione aggrava la situazione degli studenti, in ambito didattico, e inoltre mortifica la aspettative di carriera dei docenti, che lavorano in quegli ambiti.Gli studenti hanno tutti gli stessi diritti, che siano a Ragusa o Caltagirone, Siracusa o la centralissima Catania”

 

Ultimo punto affrontato dal candidato è la questione del precariato: “La situazione di alcuni lavoratori dell’Ateneo è drammatica. C’è un muro di gomma, poca chiarezza, un esempio su tutti, il ruolo del personale amministrativo, che con il tempo è stato depauperato. Questo è un altro segno evidente del declino a cui stiamo assistendo. Si rende necessaria un’attenzione maggiore, bisogna assumere la linea dell’assunzione di personale a contratto indeterminato”

 

Nel complesso la candidatura di Pioletti si configura come una presa di posizione contro la scarsa dinamicità e l’assenza di rinnovamento dimostrato fino adesso nella gestione dell’Ateneo.

Vicino alle figure fondamentali dell’Università, gli studenti, Pioletti porterà avanti la sua “battaglia” per una Università di tutti, che possa garantire davvero il diritto allo studio.  

Giorgio Pennisi

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