Negli ultimi due giorni in diverse città siciliane, compresa Catania, sono apparsi manifesti con il direttore di Telejato a sostegno della Lista del popolo. L'equivoco nasce da un'iniziale proposta realmente avanzata a Maniaci che avrebbe dovuto fare da semplice testimonial. Poi l'avvicinamento del movimento al centrodestra ha spinto il giornalista ad un passo indietro. Ma i manifesti erano ormai stampati. «Essere accostati a Berlusconi, Lombardo e Miccichè è raccapricciante»
Pino Maniaci sui manifesti elettorali di destra «È un errore, non sono mai stato candidato»
«Mandiamoli tutti a casa» è lo slogan del movimento politico Lista del popolo, il potere ai cittadini, una delle 169 formazioni ammesse alle prossime elezioni nazionali. Sui manifesti che da due giorni sono comparsi nelle città siciliane ci sono la faccia e il nome di Pino Maniaci, il giornalista di Telejato, emittente di Partinico, che ha fatto della lotta alla mafia una missione di vita. Ma è uno sbaglio. «Pino Maniaci non è mai stato candidato e non lo sarà mai, contrariamente a quanto scritto dai giornali», si legge in una nota pubblicata sul sito della televisione. Inoltre, per smentire ulteriormente l’enorme bufala, nemmeno il figlio di Pino Maniaci potrebbe essere candidato al senato per motivi anagrafici. Insomma, falsità su falsità. A Telejato non si ambisce a nessuna poltrona o candidatura».
Eppure nelle settimane scorse Maniaci era stato vicino dal prestare la sua immagine al nuovo movimento politico. Progetto poi sfumato, ma nel frattempo si era diffusa rapidamente la notizia di una candidatura a sostegno del centrodestra di Silvio Berlusconi e i manifesti elettorali erano già stati stampati. Un errore a cui Maniaci promette che verrà posto rimedio a brevissimo. «Pino Maniaci non ha nulla a che fare con Berlusconi, Raffaele Lombardo, Dell’Utri, Saverio Romano e Miccichè continua la nota Ed è nota la sua opinione su tali personaggi. Soltanto il pensiero che l’immagine e la storia di Telejato potessero essere accostati a questi personaggi, appare raccapricciante».
Lequivoco era nato dalla proposta fatta al direttore dallassociazione Libere emittenti siciliane, presieduta da Sebi Roccaro, che intendeva partecipare alle prossime elezioni politiche con una lista propria, per difendere i diritti delle piccole televisioni, in crisi dopo lavvento del digitale terrestre. Maniaci avrebbe dovuto prestare solo il volto, senza candidarsi. «Si era parlato di un eventuale apparentamento tecnico con il Partito Democratico che alla fine è stato declinato ed ha trovato, invece, pronto il centrodestra ad accoglierlo», spiega ancora la nota. Maniaci, saputo lesito delle trattativa a cose fatte, ha quindi deciso di tirarsi indietro.