Nello yoga i chakra sono dei centri energetici del nostro corpo.
I principali sono 7 e ad ognuno di essi corrisponde una determinata parte del corpo che regola il funzionamento dei nostri organi e influisce sulle nostre emozioni e sui nostri nostri comportamenti.
Molto spesso si parla di un blocco dei chakra a causa di condizionamenti culturali, traumi infantili, ferite fisiche o mentali. Quando questi blocchi e difficoltà persistono il problema diventa cronico e non permette il libero fluire delle energie all’interno di ogni chakra e questo crea tensioni che influenzano in maniera negativa la nostra postura, il nostro respiro e le nostre emozioni.
Attraverso la pratica possiamo riuscire a riequilibrare i chakra, provando a capirci ancora più fondo per riuscire a trovare la radice del problema stesso.
Il primo chakra si chiama muladhara ed è posizionato alla base della colonna vertebrale. Fa riferimento alla nostra esistenza, alla nostra sopravvivenza, alla nostra stabilità e salute fisica. Possiamo trovare degli squilibri per eccesso in questo chakra quando ci sentiamo particolarmente pigri, pesanti, in sovrappeso, quando facciamo fatica ad uscire dalla monotonia o quando ci sentiamo particolarmente avidi e materialisti. Gli squilibri per difetto invece possono essere un senso di irrequietezza, sottopeso o paure frequenti. Questo chakra fa riferimento alla terra, quindi alle nostre radici. Per riuscire a mantenerlo in equilibrio dobbiamo possedere un terreno abbastanza solido per avere stabilità e sentirci bene all’interno della famiglia e della società.
Il secondo chakra si chiama svadhistana ed è posizionato all’altezza dei nostri organi riproduttivi e fa riferimento alla nostra sessualità e alle nostre emozioni fisiche. Le caratteristiche per eccesso sono l’iperemotività, dipendenza sessuale, attaccamenti morbosi ed eccessivi. Le caratteristiche per difetto sono la frigidità, l’impotenza e l’ottusità. Questo chakra quando è in equilibrio ci permette di amare la vita traendone piacere mentale e fisico senza vergogna o sensi di colpa. Lasciarsi andare, scorrere, muoversi. Per questo il suo elemento è l’acqua. La nostra cultura molto spesso ci porta a negarci i piaceri, a rimanere immobili negando le nostre emozioni e questo a volte può portare ad un blocco e fuggendo dalle nostre emozioni, fuggiamo alla trasformazione.
Il terzo chakra si chiama manipura ed é situato nel plesso solare. Fa riferimento alla nostra forza, volontà, vitalità e autostima. Le caratteristiche per eccesso sono dominanza, aggressività e iperattività mentre le caratteristiche per difetto sono mancanza di volontà, passività e poca autostima. La nostra cultura purtroppo é ossessionata dalla dominanza, dal potere e questo porta a vedere la sensibilità come una debolezza. Ma cos’è il potere? Dove lo troviamo? Come possiamo riuscire ad essere forti senza sovrastare gli altri? Possiamo riuscire in questa impresa adottando un nuovo concetto di potere che si avvicina più ad una trasformazione, dobbiamo avere la volontà di lasciarci l’inerzia dietro le spalle e quindi agire affrontando la vita con gioia ed entusiasmo. Il terzo chakra è il punto in cui avviene l’individuazione del sé, dobbiamo riuscire a staccarci dalle nostre abitudini e portare alla luce l’essere unico e divino che abbiamo dentro di noi. In questo processo possiamo riuscire a superare le nostre abitudini inconsce e i termini in cui permettiamo agli altri di definirci e di catalogarci. Un terzo chakra carente ha bisogno di affrontare la vita con strategie che offrano nutrimento e sostegno, attività che ci diano energia. Per guarire il terzo chakra in eccesso è necessario rilassarsi, meditare e lasciarsi andare alla tranquillità. L’elemento di questo chakra è il fuoco.
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