L'ex Presidente della Scuola Superiore motiva pubblicamente la decisione di astenersi sulla formazione della Commissione sullo Statuto dellUniversità di Catania durante il Consiglio d'Amministrazione di venerdì. Nessuna riserva sui nomi ma una questione di metodo: Ritengo indispensabile che, in ogni caso, si apra un dibattito, il più ampio possibile
Pignataro: “Ecco perché mi sono astenuto”
Nel corso della riunione del Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Catania dello scorso 28 dicembre non si è raggiunta l’unanimità sulla designazione dei componenti della Commissione per la predisposizione del nuovo Statuto. Si sono infatti astenuti i professori Santo Signorelli (facoltà di Medicina) e Giacomo Pigntato (facoltà di Economia). Quest’ultimo ha ritenuto indispensabile motivare le ragioni della sua astensione con una lettera indirizzata all’intero corpo docente dell’ateneo, inoltrata subito dopo il comunicato con il quale il rettore Antonino Recca ha annunciato l’avvenuta composizione della commissione per la riforma dello Statuto.
“Non essendo in discussione la mia stima e il mio apprezzamento per i colleghi proposti dal Rettore – ha precisato Pignataro – la mia astensione è giustificata dalla mancata condivisione del metodo con cui egli ha voluto procedere a tale nomina, in quanto non garantisce, a mio avviso, la partecipazione e la condivisione da parte della nostra comunità accademica. Ritengo indispensabile che, in ogni caso, si apra un dibattito, il più ampio possibile, sulle questioni cruciali della revisione dello Statuto e della riorganizzazione dell’Ateneo, e mi dichiaro fin d’ora disponibile a partecipare a tutte le iniziative che saranno promosse su questi temi”.
In allegato alla lettera la dichiarazione verbalizzata nel corso della seduta del Consiglio d’Amministrazione, del 28 gennaio 2011 che riportiamo integralmente.
Il Prof. Pignataro, con riferimento alla proposta del rettore di procedere alla designazione dei 6 componenti della Commissione di competenza del Consiglio, ritiene che gli Organi di governo dell’Ateneo debbano preliminarmente deliberare sulla definizione di un iter procedurale per pervenire alle modifiche dello Statuto richieste dalla legge 240/2010, ivi incluso quello relativo alla nomina della Commissione di cui all’art. 2, comma 5, della stessa legge, affinché esso garantisca il massimo grado di partecipazione e condivisione da parte della comunità accademica. Questo obiettivo è da ritenersi particolarmente importante, sia per la portata dei cambiamenti statutari e delle conseguenti innovazioni organizzative, sia per ricondurre il disagio, la protesta e la disaffezione di tanta parte del mondo universitario ad un disegno positivo di riforma del nostro Ateneo.
Il Prof. Pignataro propone, pertanto, che:
1) i componenti della Commissione, che dovranno essere designati dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, siano individuati con procedure che coinvolgano l’intera comunità accademica, attraverso, ad esempio, l’indicazione, da parte delle strutture dell’Ateneo (Facoltà e Dipartimenti) di rose di nomi, dalle quali il Senato e il Consiglio possano scegliere tali componenti, sulla base di criteri di larga rappresentatività e di competenza;
2) la Commissione operi sulla base di linee guida deliberate dagli Organi di governo dell’ Ateneo;
3) la Commissione sia impegnata a porre in discussione, nell’ambito dei propri lavori, tutti i documenti e le proposte approvate dai diversi livelli organizzativi dell’Ateneo (Facoltà, Dipartimenti e Commissioni), che ad essa potranno pervenire, prevedendo anche l’eventuale audizione dei loro rappresentanti.
Laddove il Rettore intendesse, invece, procedere ad una immediata designazione dei componenti della Commissione, sulla base della proposta avanzata in apertura della discussione del punto all’o.d.g., il Prof. Pignataro, pur manifestando il proprio apprezzamento e la propria stima per i colleghi proposti dal Rettore, dichiara la propria astensione.
Il Prof. Pignataro auspica, comunque, che la revisione dello Statuto e la riorganizzazione dell’Ateneo costituiscano un’importante opportunità di innovamento e, al contempo, di riaffermazione di una tradizione plurisecolare, confidando che tutta la comunità accademica saprà assumere la piena responsabilità di questo processo. In questa direzione, profonderà il proprio personale impegno.