Piazza teatro Massimo in balia delle auto I vigili: «Colpa dei catanesi indisciplinati»

Vedere auto, moto o motorini posteggiati in piazza Bellini – meglio nota come piazza teatro Massimo, come l’ente lirico che ospita – per i catanesi è usuale. Eppure la zona è a traffico limitato, in teoria transitabile solo dai residenti e per il carico e lo scarico degli esercizi commerciali dell’area. Di certo vige il divieto di sosta. A dissuadere dalla volontà di trasgredire le regole ci sono delle vere e proprie barriere: delle palle di cemento in ogni ingresso della piazza. Ma qualcuno le ha semplicemente spostate, come è visibile dalle foto, permettendo così l’accesso indisturbato ai mezzi. «Ce ne sono ogni giorno e a qualunque ora», dichiara la signora che vende tabacchi in piazza. «Io però non ce la metto mai, perché altrimenti prendo la multa di certo. I vigili non ci sono sempre ma, quando passano, fanno le contravvenzioni – conclude – Preferisco pagare le strisce blu , sebbene siano una spesa e non sempre sia facile trovare parcheggio». E della mancata sorveglianza continua da parte della polizia municipale cittadina sono in tanti a lamentarsi. Anche i cittadini under 30 che si sono organizzati nel gruppo Catania source proprio per risolvere tutti insieme piccoli e grandi problemi comuni, lamentano il mancato rispetto delle regole in piazza teatro Bellini, con tanto di foto.

Il transito delle auto, inoltre, danneggia il manto stradale che non è di asfalto, ma fatto di tante piccole mattonelle tra blocchi scolpiti di pietra lavica. Un lavoro già ripristinato in passato, anche se qualche rattoppo con l’asfalto c’è, a discapito dell’aspetto estetico della piazza. «Avevano iniziato a riempire le buche della piazza con la pece, dopo dieci email di protesta per fortuna hanno messo nuovamente i sanpietrini», scrive Luca D’amico a commento della foto pubblicata da Catania source. Non solo. Lamenta anche che «la fontana dei delfini è a secco da settimane e non si sa il perché» e le condizioni generali della piazza.

Oltre al continuo flusso di mezzi a motore che transitano, in effetti, la zona appare abbandonata a se stessa e in balia dei vandali. «Il teatro, nonostante le telecamere, è pieno di graffiti; la polizia si trova proprio sulla piazza ed alle spalle della stessa nonostante ciò si continua a spacciare e i posteggiatori controllano la zona», conclude D’Amico. «Anche sotto il palazzo delle finanze – dice Turi che abita lì vicino – si trovano sempre macchine posteggiate. Sono quelle di chi si occupa di Tributaria, ma dubito che siano autorizzati». «Per non parlare di quando i ragazzini escono da scuola  – continua il cittadino – I genitori parcheggiano direttamente lungo la via teatro Massimo fregandosene di ogni regola».

E in effetti proprio su via teatro Massimo c’è un commissariato di polizia, ma non è inusuale trovare posteggiata qualche auto di servizio accanto all’ingresso. La competenza, comunque, trattandosi di problemi di viabilità, è dei vigili urbani i quali però non riescono a fare un servizio continuo in loco. «Siamo troppo pochi e dobbiamo necessariamente girare per la città. Facciamo quel che possiamo, ma purtroppo i catanesi sono indisciplinati e non ci aiutano nel nostro lavoro. Hanno anche spostato i blocchi per impedire il passaggio», comunicano allargando le braccia dal comando etneo.


Dalla stessa categoria

I più letti

Un esempio di parcheggio selvaggio, nonostante la zona sia traffico limitato, in cui sono stati persino spostati i blocchi che dovrebbero impedire l'accesso ad auto e motorini. I residenti si lamentano del transito ingiustificato e dell'abbandono generale dell'area. «Il teatro, nonostante le telecamere, è pieno di graffiti; la polizia si trova proprio sulla piazza; alle spalle della stessa, nonostante ciò, si continua a spacciare e i posteggiatori controllano la zona». Ma la polizia municipale allarga le braccia: «Siamo troppo pochi e i cittadini non ci aiutano». Guarda le foto

Un esempio di parcheggio selvaggio, nonostante la zona sia traffico limitato, in cui sono stati persino spostati i blocchi che dovrebbero impedire l'accesso ad auto e motorini. I residenti si lamentano del transito ingiustificato e dell'abbandono generale dell'area. «Il teatro, nonostante le telecamere, è pieno di graffiti; la polizia si trova proprio sulla piazza; alle spalle della stessa, nonostante ciò, si continua a spacciare e i posteggiatori controllano la zona». Ma la polizia municipale allarga le braccia: «Siamo troppo pochi e i cittadini non ci aiutano». Guarda le foto

Un esempio di parcheggio selvaggio, nonostante la zona sia traffico limitato, in cui sono stati persino spostati i blocchi che dovrebbero impedire l'accesso ad auto e motorini. I residenti si lamentano del transito ingiustificato e dell'abbandono generale dell'area. «Il teatro, nonostante le telecamere, è pieno di graffiti; la polizia si trova proprio sulla piazza; alle spalle della stessa, nonostante ciò, si continua a spacciare e i posteggiatori controllano la zona». Ma la polizia municipale allarga le braccia: «Siamo troppo pochi e i cittadini non ci aiutano». Guarda le foto

Un esempio di parcheggio selvaggio, nonostante la zona sia traffico limitato, in cui sono stati persino spostati i blocchi che dovrebbero impedire l'accesso ad auto e motorini. I residenti si lamentano del transito ingiustificato e dell'abbandono generale dell'area. «Il teatro, nonostante le telecamere, è pieno di graffiti; la polizia si trova proprio sulla piazza; alle spalle della stessa, nonostante ciò, si continua a spacciare e i posteggiatori controllano la zona». Ma la polizia municipale allarga le braccia: «Siamo troppo pochi e i cittadini non ci aiutano». Guarda le foto

Giustizia per Emanuele Scieri

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo