Erano una decina di giovanissimi, tra i 14 e i 18 anni, armati di due palloni di cuoio. Li hanno usati ieri sera, intorno alle 23, per cacciare via dalla piazza del Fortino il gruppo di cicloamatori Ruote libere. Una settantina di persone, secondo uno di loro. «Ci ridevano in faccia per provocarci», racconta Alessio Marchetti
Piazza Palestro, aggredito un gruppo di ciclisti «Ragazzi ci hanno presi a pallonate in faccia»
«Ci siamo fermati per fare una foto. Le prime pallonate sono arrivate dall’alto, poi questi ragazzi si sono avvicinati e hanno continuato a calciare i due palloni di cuoio dritti sulle nostre facce. E sulle nostre bici». È il racconto di Alessio Marchetti, cicloattivista catanese, che ieri sera si trovava in giro per la città con il gruppo organizzato Ruote libere. Come ogni martedì sera, una settantina di persone era partita da piazza Roma intorno alle 22 per girare Catania in bicicletta, ma la sosta per uno scatto di gruppo in piazza Palestro è costata loro qualche botta in testa e diversi danni alle biciclette. «Siamo andati via dopo pochi minuti – continua Marchetti – È incredibile come possano succedere cose di questo genere in piena città».
Erano da poco passate le 23 quando i ciclisti, dopo una passeggiata a pedali tra piazza Spedini e viale Mario Rapisardi, sono passati da piazza Risorgimento. Da lì, per arrivare in centro, la strada più breve passa attraverso il Fortino, nel quartiere di San Cristoforo. «Una piazza splendida, con un monumento bellissimo: valeva la pena farsi una fotografia con quello sfondo». Ci è voluto poco, però, perché cominciassero quasi letteralmente a piovere pallonate. «Erano una decina di ragazzi tra i 14 e i 18 anni, che hanno cominciato a calciare nella nostra direzione – dice Marchetti – Prima verso l’alto poi, mentre si avvicinavano, hanno iniziato a mirare con forza ad altezza uomo». Senza alcun motivo apparente. «Noi non avevamo fatto niente, eravamo lì per farci gli affari nostri».
Quando hanno chiesto ai giovani il perché di quell’aggressione, la risposta sarebbe stata nascosta dalle loro risate complici. «”Noi non stiamo facendo niente”, rispondevano. “Stiamo giocando a pallone, non lo stiamo facendo apposta“. Era evidente che per loro era un gioco». Lo stesso, però, non può dirsi sia per chi ha preso le pallonate in testa, sia per chi ha subito qualche danno alla bicicletta. «Ad alcuni si sono spaccate le luci in mille pezzi. Ovviamente gli accessori sono il punto più fragile di un mezzo a due ruote, quello che si rompe più in fretta». Ma sono anche le cose meno costose. Motivo per il quale nessuno dei cicloamatori ha intenzione di sporgere denuncia alle forze dell’ordine. «Qualcuno di noi è andato a parlare con questi ragazzi, eravamo incavolati ma il tono era sereno – sostiene l’attivista – Infatti questi ragazzi ci provocavano ridendoci in faccia».
Un caso che ricorda a tratti l’aggressione subita dalla scolaresca di Troina in piazza Dante. Anche in quel caso erano stati dei ragazzi con un pallone ad aggredire persone più giovani d’età – e le loro insegnanti – senza alcun motivo apparente. «Ma non solo – rincara la dose Marchetti – durante il tour di OccupaiCivita in una piazzetta altri adolescenti, per cacciarci durante la nostra visita guidata, hanno iniziato a lanciarci pietre e limoni. Siamo dovuti andare via prima perché eravamo bersagliati dagli oggetti». Un modus operandi «che sembra ormai condiviso dai giovanissimi dei quartieri che vogliono difendere, in qualche modo, il loro territorio dagli estranei». E queste continue aggressioni «dimostrano come la situazione stia peggiorando, grazie all’assenza di controlli e all’abbandono al degrado di certe zone della città. Piazza Palestro, per esempio, è splendida. Però sotto al Fortino non si può passare per via della puzza di urina e spazzatura».