«La piazza aveva sicuramente bisogno di una ristrutturazione, ma qua stanno coprendo tutto di cemento, altro che verde». Di commenti come questo, sul nuovo aspetto che piazza Abramo Lincoln nel quartiere Borgo Sanzio di Catania sta, giorno dopo giorno, assumendo in seguito ai lavori di riqualificazione affidati alla cioccolateria C&G, online se ne leggono già parecchi. A far sorgere qualche dubbio sulla qualità del progetto che l’imprenditore privato sta realizzando per rimettere in sesto lo spazio pubblico al posto del Comune di Catania, in cambio di una sponsorizzazione di durata triennale, è soprattutto la cementificazione di gran parte del piazzale, propedeutica alla sua pavimentazione, e le numerose dune di cemento che cingono i tronchi degli alberi. Ma ad essere preoccupati non sono solo i cittadini amanti del verde. C’è anche chi, come i membri del Cobas Pubblico impiego, è contrario alla donazione da parte della ferrovia Circumetnea della locomotiva Mascali, rarissimo esemplare a vapore ancora potenzialmente funzionante, che dovrebbe abbellire i binari dismessi conservati nell’area.
Secondo il progetto, entro il prossimo 17 marzo la piazza avrà unarea riservata a concerti ed eventi culturali, con una pavimentazione in rivestimento cementizio colorato, panchine in metallo e in muratura, una rastrelliera per le biciclette e, al centro, un totem informativo sugli eventi della piazza e dellhinterland. Oltre a strisce pedonali realizzate con la street art, per cui è stato bandito un concorso di idee. Ma le opere realizzate finora preoccupano alcuni cittadini, soprattutto per l’effetto che avranno sugli alberi.
«Le dune di cemento – commenta online Pietro – di fatto impediscono allacqua di giungere alle radici e costringono lo sviluppo del tronco. Inoltre, la cementificazione dellintera piazza ovviamente impedisce al terreno di assorbire la necessaria acqua per le radici: considerando che gli alberi sono organismi viventi e non elementi di arredo, come si assicurerà la loro sopravvivenza?», si chiede. E vista la piega hanno preso i lavori in piazza Lincoln, «se mai il Comune riuscirà ad affidare la cura del parco Gioieni potranno asfaltarlo del tutto?», domanda un utente del forum Skyscraper City. «Andate alla villa e noterete labbandono del nostro verde pubblico. Se regaliamo le piante a un privato affidiamo almeno all’orto botanico la vigilanza sulla loro cura», suggerisce un altro.
Alcuni lamentano già che gli spazi usufruibili liberamente dagli abitanti del quartiere all’interno della piazza non saranno sufficienti e si preoccupano del disturbo che potrà arrecare il rumore degli spettacoli promozionali della cioccolateria. Ma anche di quanto potranno durare le strisce pedonali artistiche: «Poi che si fa, si rinnovano i colori consumati dalle auto?», si chiedono.
Ciò che difficilmente potrà conservarsi all’aperto, alla mercé del tempo e di chi ama imbrattare muri e monumenti senza alcuna vena artistica, è la storica locomotiva, con cui nel 1895, insieme ad altre 12 vetture recanti il nome di Comuni etnei, si dotava la neonata Circumetnea, e che finora è stata custodita presso i suoi depositi. «È un mezzo unico che certamente dovrebbe essere esposto per il cittadino e il turista, ma non certo buttandolo e rottamandolo in una piazza», dice Francesco Guardo portavoce provinciale del Cobas. «Sistemare la Mascali in piazza Lincoln – aggiunge – può sembrare unoperazione meritoria, ma invece la esporrà alla ruggine e ai graffitari, mentre i vertici della Circumetnea dovrebbero tutelarla. La loro strategia si basa sull’apparire benevoli e puliti, per coprire i progetti di demolizione, sia delle risorse umane che materiali, che stanno portando avanti», dice Guardo, riferendosi al recente licenziamento di massa dei precari delle Fce.
C’è chi, però, non è d’accordo sui giudizi negativi riguardo ai lavori di riqualificazione. «Sono stanco di questo pessimismo cosmico che ci attanaglia lesistenza – risponde alle critiche Claudio – Diamo agli altri la possibilità di stupirci. La città ha bisogno di interventi reali, e fra una piazza tutta verde, ma degradata come è oggi, ed una con meno verde, ma usufruibile dalla popolazione, scelgo la seconda. Non saranno i 200 metri quadri di pavimentazione a rendere la città invivibile». E Giuliana aggiunge: «Sarei felice se dessero in gestione anche altre cose ai privati sotto un costante monitoraggio pubblico, per esempio il parco Gioieni. Che ci facciano pure un ristorante e lo restituiscano con un progetto dignitoso alla cittadinanza, piuttosto che vederlo morire». Perché su una cosa sono tutti concordi: l’incapacità dell’amministrazione pubblica di fare il suo dovere.
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