A sei mesi dal cedimento di una parte della struttura dell'istituto ospitato nell'ex monastero della Santissima Trinità, il progetto di ripristino non è ancora partito. «Ricordiamo alle autorità che esistono strutture adatte e che sono inutilizzate», dice il dirigente
Piazza Dante, aule a cielo aperto per studenti del Boggio Lera Preside: «Dopo crollo del tetto, non si può aspettare sei anni»
Banchi di legno con sopra quaderni, libri e portapenne; sedie con cartelle appese sugli schienali e una lavagna. Gli studenti del liceo scientifico Enrico Boggio Lera da oggi, e per le prossime due settimane, faranno lezione sotto i grandi alberi in piazza Dante a Catania, davanti al monastero dei Benedettini. «Creare una sorta di classe all’aperto per noi è un’esigenza – spiega il preside Donato Biuso a MeridioNews – perché non abbiamo aule sufficienti per tutti gli studenti e, dopo questi anni di pandemia, è ingiusto che ci siano ancora ragazzi costretti a seguire le lezioni da casa». Una situazione che nell’istituto superiore etneo va avanti dal novembre del 2021, ovvero da quando la struttura della sede centrale è stata interessata dal crollo di una parte del tetto.
«Da allora ci troviamo con 21 aule in meno – precisa il dirigente scolastico – E quindi siamo qui innanzitutto per ricordare alle autorità che devono farsi carico di questa situazione perché in città esistono strutture che sarebbero adatte e sono inutilizzate». Dopo qualche preoccupazione iniziale, adesso «fare lezione all’aperto, un po’ come faceva Socrate – dice il preside Biuso – stiamo vedendo che sta funzionando». Anche questa, ovviamente, è solo una soluzione provvisoria che non risolve il problema ma almeno permette, in qualche modo, agli alunni di tornare a fare didattica in presenza. «Un esperimento che durerà per i prossimi 15 giorni durante i quali a fare lezione all’aperto saranno diverse classi in rotazione», precisa il dirigente.
Intanto, a distanza di sei mesi dal cedimento del tetto dell’istituto ospitato nell’ex monastero della Santissima Trinità, il progetto di ripristino non è ancora partito. «Il tetto è crollato perché è mancata la manutenzione – sostiene il preside – e che fosse in pericolo già si sapeva perché circa un mese prima avevamo fatto delle segnalazioni dopo avere visto delle tegole spostate. Di fronte a una richiesta di intervento però – lamenta il dirigente scolastico – esattamente come i miei predecessori, sono rimasto senza risposta». Nello stesso anno, un decreto ministeriale ha assegnato alla scuola circa sei milioni e mezzo di euro per la messa in sicurezza della struttura. «Questa è stata l’unica fortuna – aggiunge – ma i tempi per la realizzazione non sono brevi: si parla di un minimo di tre fino a un massimo di sei anni. Noi però – conclude il preside Biuso – non possiamo più temporeggiare e cercare di arrangiarci ma abbiamo bisogno di strutture che siano in grado di accogliere i ragazzi».